Un “Motu proprio” del papa contro gli abusi
Come aveva annunciato, il papa ha varato nuove norme per contrastare i crimini di abuso sessuale nella Chiesa che «offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli».
Con una lettera apostolica in forma di Motu proprio dal titolo «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte», Francesco richiama i cristiani alla necessità di dare testimonianza concreta della fede in Cristo nella propria vita e, in particolare, nel rapporto con il prossimo.
«Anche se tanto già è stato fatto – scrive Bergoglio – dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro. Questa responsabilità ricade, anzitutto, sui successori degli Apostoli, preposti da Dio alla guida pastorale del Suo Popolo, ed esige da loro l’impegno nel seguire da vicino le tracce del Divino Maestro».
Tra le novità introdotte c’è, come era stato annunciato, la creazione di uno “sportello” per le denunce in ogni diocesi, che dovrà essere attivato entro giugno 2020. Tutti avranno l’obbligo di segnalare tempestivamente gli abusi di cui verranno a conoscenza, rispondendo di eventuali ritardi o coperture. Nel documento non si parla soltanto degli abusi sui minori, ma su chiunque questi vengano commessi con un abuso di autorità.
Viene tutelata la fragilità dei minorennii, ma anche di chi ha una incapacità, permanente o momentanea, di intendere e di volere, nonché una disabilità.
Il responsabile delle indagini e dei procedimenti è il vescovo (o il cardinale o il superiore o comunque chi ha la responsabilità di una diocesi o altro).
Le indagini devono concludersi entro 90 giorni, salvo proroghe. La nuova disciplina entrerà in vigore dal 1 giugno prossimo.