“Un mondo nuovo”, iniziamo il 2025 con Teens!

Primo numero di Teens del 2025 dedicato al dialogo e al bene comune. Condividiamo di seguito un articolo di alcuni nostri giovani redattori nella rivista di gennaio e febbraio, il titolo: “Da che parte stai?”.

Un gruppo di studenti viaggiano dalla Liguria alla Sicilia per intraprendere un percorso alla scoperta della legalità. Questo il racconto che hanno condiviso sul nuovo numero di Teens “Un mondo nuovo” incentrato sul dialogo e sul bene comune. Vuole essere un invito ai propri coetanei a coltivare una cultura forte della legalità e un messaggio agli adulti, a tracciare strade sempre più ampie e numerose da percorrere in questo senso, nel solco di donne e uomini coraggiosi che hanno già fatto la differenza.

Da che parte stai?

Il nostro viaggio didattico di sei giorni in Sicilia è partito da una domanda: “Da che parte stai?”. Dopo numerose esperienze, noi studenti delle tre quinte scientifico del Liceo Da Vigo Nicoloso da Recco (Ge), abbiamo capito che rispondere a questa domanda non è semplice come si crede. Il nostro viaggio è iniziato con l’intento di conoscere l’evoluzione del fenomeno mafioso, partendo dalle ferite che esso ha lasciato nella fase stragista. Spesso la brutalità e la ferocia vengono confuse con la forza e la giustizia; in realtà l’enorme scia di sangue che la mafia ha lasciato dietro di sé, senza guardare in faccia nessuno, né uomini, né donne, né bambini, ha rivelato semplicemente ciò che realmente è: una fortezza che fonda i suoi pilastri nella paura e nella prepotenza e che ha due obiettivi: i soldi e il potere. A farci capire ciò sono stati i testimoni delle ferite impresse dall’illegalità e che la giustizia non è ancora riuscita a risanare del tutto.

Tra questi troviamo personalità come quella di Antonio Zangara, figlio di Salvatore Zangara, vittima innocente di mafia, che ci ha spinti a riflettere su una questione che l’ha tormentato per 25 anni: “La vergogna è nemica della giustizia?”. Questo dilemma è sorto in Antonio dopo le varie speculazioni sulla morte del padre, ritenuto non del tutto estraneo all’ambiente mafioso, che lo hanno portato a nascondere l’accaduto. L’incontro con una donna intraprendente e forte come Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Falcone e vittima della strage di Capaci ci ha invece insegnato l’importanza di non dimenticare ogni singola persona caduta per mano mafiosa.

Spesso, infatti, si parla generalizzando di “membri della scorta”, ma ognuno di loro aveva un nome, una vita, una famiglia. Giuseppe Costanza, autista del giudice Falcone, “colpevole” di essere sopravvissuto al famoso attentato di Capaci del 23 maggio del ’92, annullato e quasi schiacciato dai sensi di colpa, continua ancora oggi a raccontare una verità scomoda, che si tende a mantenere nascosta. Ha invitato noi ragazzi ad essere cittadini attenti, incorruttibili e desiderosi di giustizia e di verità.

Inoltre, abbiamo avuto il privilegio di incontrare anche altre coraggiose donne, come Roberta Gatani, nipote del giudice Borsellino e promotrice del progetto “La casa di Paolo”, che mira a dare un’alternativa ai giovani abitanti della Kalsa (un antico quartiere di Palermo) curandoli nello studio e nella crescita personale; Luisa Impastato, che dedica la sua vita a mantenere viva la memoria di suo zio, Peppino Impastato, che si è ribellato con forza ed ironia al sistema mafioso di Cinisi e di sua nonna, Felicia, che non ha mai smesso di cercare la verità sulla morte del figlio.

Non sono mancati gli incontri con coloro che oggi combattono contro una mafia che ha cambiato pelle, quella dei colletti bianchi: grazie a Nicola Clemenza, Santi Palazzolo, Enrico Colajanni e Padre Fiorino che ci hanno insegnato ad essere cittadini attivi, determinati a fare la differenza, partendo da essere consumatori consapevoli e critici, “pagando chi non paga”, motto del movimento “Addio Pizzo”. Ciò che è importante sapere è che ogni testimonianza ha posto in noi un nuovo gradino lungo la scala della consapevolezza, alla cui crescita speriamo di contribuire e grazie alla quale è possibile rispondere coscientemente alla fatidica domanda: “Da che parte stai?”. Noi abbiamo scelto di schierarci con la giustizia e la verità e siamo diventati consapevoli del fatto che ognuno abbia una parte fondamentale nel copione della lotta alla mafia e sia libero di scegliere se e come interpretarlo. È la stessa parte che avevano le vittime che noi oggi ricordiamo, come i giudici Falcone e Borsellino, che vengono paragonate a eroi per essere stati coraggiosi esseri umani che si sono fatti promotori di una lotta che, altrimenti, non sarebbe ad oggi forse mai cominciata.

Valentina Cimmino, 17 anni

Federico Maggiolo, 18 anni

Alessio Montobbio, 18 anni

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