Un modello di santità per tutti
Chissà come avrà vissuto da lassù Chiara Lubich questo pomeriggio durante la cerimonia nella cattedrale di Frascati con la quale il vescovo della diocesi dove lei ha vissuto tanti anni ed è morta, mons. Raffaello Martinelli, ha aperto il processo per la causa di beatificazione e canonizzazione.
Viene quasi da immaginarla a guardare la folla che riempie la chiesa con quel suo tipico sguardo benevolo, di chi altro non ha in cuore che Dio e gioisce nel potergli dare gloria. Perché così era la Lubich quando attorno a lei si riunivano le folle; o quando le venivano conferite cittadinanze, lauree honoris causa, riconoscimenti i più vari. Li accettava, non per sé, ma per il bene che questo avrebbe potuto suscitare in termini di diffusione del messaggio evangelico da lei proposto e vissuto.
La scena della gente radunata a Frascati si sovrappone nel ricordo a quella di tanti altri momenti vissuti in ogni angolo della Terra dove la Lubich è stata, incontrando persone di ogni età e razza, cultura e credo religioso. Perone che nei modi più diversi hanno dato vita ad un piccolo popolo, un popolo che crede nel cammino del mondo verso l’unità. Per questo è naturale che ad un atto tipicamente cattolico siano presenti anche persone che appartengono ad altre chiese, ad altre religioni, uomini e donne senza un preciso riferimento religioso. Sono persone che con la Lubich hanno percorso un tratto di strada comune e in lei hanno visto e vedono ancor oggi un modello di santità e una persona pienamente realizzata.
La cerimonia è sobria, come sarebbe sicuramente piaciuto alla fondatrice dei Focolari. La recita dei vespri, presieduta dal vescovo Martinelli e, subito dopo, gli adempimenti canonici previsti. Un pubblico gioioso, quello presente, ma anche composto, fatto di cardinali, vescovi, gente semplice, sacerdoti, sindaci e amministratori, rappresentanti di movimenti, associazioni, uomini e donne di cultura e dei media. Da Trento, città natale della Lubich, una rappresentanza delle istituzioni civili, così come da Frascati, Rocca di Papa e dai comuni limitrofi che l’hanno avuta concittadina. Circa 800 le persone radunate in cattedrale mentre più di 18 mila sono stati gli accessi alla diretta streaming.
Il card. Bertone porta il messaggio col quale papa Francesco auspica «che il luminoso esempio di vita della fondatrice dei Focolari susciti in quanti ne conservano la preziosa eredità spirituale rinnovati propositi di fedele adesione a Cristo e di generoso servizio all’unità della Chiesa» ed esorta «a far conoscere al popolo di Dio la vita e le opere di colei che, accogliendo l’invito del Signore, ha acceso una nuova luce sul cammino verso l’unità». Calorosa l’accoglienza di mons. Martinelli che riconosce quanto sia un «compito non facile», questo della causa di beatificazione di una persona così poliedrica come è la Lubich e ricorda il percorso che attende quanti sono impegnati nella causa: «Evidenziare quello che c’è di straordinario nel vivere le virtù cristiane».
È costituito da 98 nomi l’elenco di persone che verranno chiamate a testimoniare, prima fra tutte l’attuale presidente dei Focolari, Maria Voce, il prossimo 12 febbraio. E sono già circa 50 le persone in età avanzata che sono state ascoltate dal tribunale straordinario istituito dal vescovo proprio per consentire a tanti diretti conoscitori della Lubich di testimoniare finché erano nelle condizioni di farlo. La causa diocesana di beatificazione e canonizzazione, oltre che con l’ascolto dei testimoni, prosegue adesso con la raccolta dei suoi scritti inediti. Il Tribunale nominato dal vescovo Martinelli è composto da mons. Angelo Amati, in qualità di delegato episcopale, d. Emanuele Fawed-Kazach, promotore di giustizia, e dall’avv. Patrizia Sabatini, notaio. Da parte sua, la postulazione nominata dalla presidente dei Focolari è formata dal postulatore d. Silvestre Marques e da due vicepostulatori: Lucia Abignente e Waldery Hilgeman.
A conclusione della celebrazione il ringraziamento di Maria Voce al vescovo e a quanti sono coinvolti nella causa. Dopo aver espresso gioia, commozione, sorpresa per il messaggio di papa Francesco la presidente dei Focolari afferma: «L’unico nostro desiderio, possiamo assicurarlo, è quello di offrire alla Chiesa e all’umanità il dono che Chiara è stata per noi e per moltissime persone» e sottolinea come «accogliendo il carisma che Dio le dava, Chiara si è profusa perché questa via di vita evangelica fosse percorsa da molti, in una determinazione sempre rinnovata ad aiutare quanti incontrava a mettere Dio al primo posto e a “farsi santi insieme”. Il suo sguardo e il suo cuore erano mossi da un amore universale, capace di abbracciare tutti gli uomini al di là di ogni differenza, sempre proteso a realizzare il testamento di Gesù: “Ut omnes unum sint”». Vuole ricordare anche il gruppo delle prime e dei primi compagni della Lubich «che hanno permesso fin dal primo momento di testimoniare la bellezza e la possibilità di percorrere insieme, in unità, il cammino verso l’unica meta», concludendo: «Attenderemo con umiltà il sapiente giudizio del Santo Padre e chiediamo a Dio, solo per la sua gloria e per il bene di molti, che, con l’eventuale riconoscimento dell’esemplarità di Chiara, l’umanità e la storia possano conoscere nuovi sviluppi di pace, di unità e di fraternità universale».