Un ministro in meno, un presidente in più

Dalla Guidi alla Confindustria, l’attualità politico-imprenditoriale nei commenti di un industriale emiliano, Giovanni Arletti, presidente della Chimar
Vincenzo Boccia

Giornata nera per gli emiliani…

«In un sol giorno ci siamo giocati un ministro e un presidente di Confindustria! Conosco personalmente la Guidi ed entrambi i candidati alla presidenza di Confindustria: Vincenzo Boccia, imprenditore salernitano, presidente della piccola industria e vicepresidente di Confindustria, e Alberto Vacchi, presidente dell’Unione industriali di Bologna, impegnato nella fusione delle tre associazioni di Bologna, Modena, Ferrara dalla quale dovrebbe nascere Confindustria Emilia. Due persone di valore, ottimi imprenditori, due modi diversi di interpretare la rappresentanza Imprenditoriale».

 

Quale erano le sue previsioni?

«Non avevo dubbi che Vacchi sarebbe stato scelto quale futuro presidente dopo Squinzi. La telefonata giuntami al termine dello scrutinio delle schede del Consiglio generale mi ha sorpreso, perché è stato scelto Vincenzo Boccia. Ora verrà portato in assemblea il 25 Maggio il nome di Boccia che, essendo l’unico candidato, verrà eletto presidente dall’assemblea privata alla quale parteciperò. Sarà il 30° presidente della confederazione».

 

Si parla tanto di rinnovamento della rappresentanza imprenditoriale…

«Confindustria ha la necessità di essere rinnovata, è necessario evidenziare un’identità imprenditoriale patrimonio dei valori etici e del sapere, ribadire la centralità che le imprese hanno quale motore per lo sviluppo economico, sociale e civile del Paese. Una mia impressione è che gli uomini, anche le persone oneste e corrette, fanno presagire il loro futuro sulla base di ciò che è stato il loro passato. Temo che Boccia non potrà portare al nostro sistema quei cambiamenti, quelle innovazioni radicali di cui necessitiamo, senza se e senza ma. Ora Boccia per compensare alcune lacune dovrà dotarsi di una squadra forte perché le sfide del futuro non sono banali».

 

E delle dimissioni della Guidi cosa dire?

«Ci siamo giocati il Ministro Guidi, non so dire se l’emendamento “galeotto” sarebbe stato da proporre indipendentemente dagli interessi del fidanzato della ministra Guidi. Poiché però gli interessi del partner della Guidi sono risultati evidenti, bene ha fatto la Guidi a dimettersi».

 

Il ruolo della Boschi, chiamata in causa nelle intercettazioni, è tutto da dimostrare…

«Una domanda mi sorge: ma la ministra Boschi inserisce emendamenti alla legge di stabilità senza rendersi conto di ciò che fa? Credo sia un motivo ancora più grave per dimettersi».

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