Un milione di firme per fermare la violenza alle frontiere dell’Europa

Stop border violence: entro il 10 luglio occorre raggiungere un milione di firme dai cittadini di almeno 7 Paesi della Unione per chiedere alla Commissione UE una nuova legislazione che preveda misure concrete per contrastare e prevenire violenze e torture contro migranti e rifugiati in Europa e alle frontiere. Il senso di una proposta lanciata dal basso.
Manifestazione in Grecia contro la violenza sui rifugiati EPA/ALEXANDROS VLACHOS

«L’Unione Europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà», così il preambolo della Carta dei diritti fondamentali. L’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) denominata “Art. 4: Stop tortura e trattamenti disumani alle frontiere d’Europa” prende il via dall’assunto enunciato nell’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali, in cui si afferma che nessuna persona “può essere sottoposta a tortura, né a trattamenti disumani e degradanti”, quotidianamente violato lungo le frontiere di tutto il continente e non solo.

L’obiettivo della campagna Stop border violence, che ha avuto inizio lo scorso 10 luglio e si concluderà allo scadere dell’anno il 10 luglio 2024, è quello di arrivare a un milione di firme per chiedere alla Commissione UE una nuova legislazione che preveda misure concrete per contrastare e prevenire violenze e torture contro migranti e rifugiati in Europa e alle frontiere.

Per raggiungere l’obiettivo è però indispensabile che ci sia non solo un milione di firme, ma che questo milione sia l’espressione della volontà dei cittadini di almeno sette Paesi europei differenti. Un obiettivo non facile per una campagna che non ha finanziamenti, né una organizzazione di riferimento, essendo portata avanti da attivisti che da tutta Italia e da alcuni paesi EU, si sono messi in rete coordinandosi spontaneamente.

L’iniziativa rischia di non arrivare alla meta se realtà della società civile e religiosa, del grande associazionismo, dei sindacati, della politica e della stampa, non ne supporteranno attivamente la diffusione e la promozione.

Cosa si chiede in particolare al Parlamento Europeo?

La tutela delle persone migranti o richiedenti asilo:

  • all’ingresso dello spazio comune europeo attraverso la regolamentazione dell’attività di controllo delle frontiere con la previsione di sanzioni specifiche per i Paesi che violino apertamente il divieto dell’uso della violenza;
  • all’interno di Paesi terzi, fuori dalla UE, nell’ambito di operazioni volte alla cosiddetta “esternalizzazione delle frontiere” europee, attraverso la previsione di sanzioni specifiche per i Paesi membri che concludano accordi che non prevedano il controllo del rispetto dell’art. 4;
  • nella definizione degli standard di accoglienza all’interno dello spazio dei Paesi europei per tutto il periodo di permanenza sul territorio attraverso la previsione di sanzioni specifiche per i Paesi che si rendano protagonisti con i propri organismi e/o le proprie forze dell’ordine di violazioni dei diritti delle persone migranti o richiedenti asilo.

Durante i prossimi mesi, a poca distanza dalla chiusura della campagna, in tutta Italia saranno allestiti banchetti per la raccolta delle firme in numerose città ed organizzati eventi e dibattiti.

È importante la partecipazione quanto più ampia possibile di tutti i cittadini e le cittadine che credono nella possibilità di un cambiamento attraverso il loro attivo coinvolgimento divenendo protagonisti di un processo di Pace tanto necessario ed invocato ma che può concretizzarsi solo a partire dal riconoscimento pieno dei diritti di tutti, piuttosto che dei privilegi di pochi.

L’interesse incontrato fino ad ora ci conferma che il momento sia maturo per utilizzare questo strumento democratico.

Link diretto per firmare: https://eci.ec.europa.eu/032/public/#/screen/home

Per adesione e informazioni: stopborderviolence@gmail.com

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