Un Manifesto per risollevare lo sport

Mauro Berruto, ex allenatore della nazionale italiana di pallavolo, ha redatto un documento di 13 punti con l’obiettivo di riconoscere allo sport un’importanza “strategica ed essenziale” per il futuro del Paese
(da Pixabay)

In poco più di un giorno le sottoscrizioni sono state circa 6.300: una valanga di appassionati, sportivi amatoriali, professionisti e cittadini comuni hanno già dato il proprio sostegno a un documento programmatico che aspira legittimamente ad avere un ruolo cardine nel progetto di ricostruzione dello sport di base in Italia. La sfida è da far tremare i polsi: il Covid-19, infatti, ha avuto tra gli effetti indiretti quello di aver messo in ginocchio un settore dalle basi già fragili. La nuova chiusura di palestre e piscine, così come lo stop ai campionati dilettantistici di livello provinciale e regionale, rischia di rappresentare per un intero mondo il colpo del definitivo ko. Come provare a risollevarsi?

Mauro Berruto, uomo poliedrico e di grande cultura con un glorioso passato da allenatore dell’ItalVolley, divenuto nella sua “seconda vita” giornalista e scrittore, ha lavorato a un documento programmatico di 13 punti pubblicato sulla piattaforma Cultura Italiae: un vero e proprio Manifesto dello Sport, nato grazie alla collaborazione del tavolo di lavoro guidato dal segretario generale della Fidal Fabio Pagliara. “Sportivi – l’Italia che si muove” parte da un assunto fondamentale: rispetto per ogni decisione indicata dai Dpcm, ma anche volontà di riconoscere allo sport un’importanza strategica ed essenziale per il futuro del nostro Paese.

Marco Berruto (da Wikipedia)
Mauro Berruto (da Wikipedia)

L’assioma è incontrovertibile: la “cultura del movimento”, come la chiama Berruto, è fondamentale non soltanto per insegnare valori come inclusione, solidarietà e rispetto, ma anche per prevenire e controllare altre patologie pandemiche come obesità, sedentarietà, diabete e malattie cardiovascolari. Il mondo dello sport, dunque, è un “generatore di salute, risparmio, economia, senso civico, identità, benessere e felicità”. Un modello che oggi, a causa delle restrizioni legate alla diffusione del Coronavirus, rischia di crollare in maniera definitiva: da qui la volontà di stilare tredici priorità di azione che abbiano l’obiettivo di salvaguardare società sportive e gestori dei luoghi dello sport.

Le direttrici lungo cui si muove Berruto sono essenzialmente tre: economica, politico-burocratica e medica. Lo sport necessita, in primis, di interventi di sostegno economico di vario tipo: un assegno alle famiglie (punto 1) da poter spendere per l’attività sportiva dei propri figli; un intervento a fondo perduto (punto 2), rapido e duraturo, da dedicare alle associazioni sportive; interventi a supporto degli operatori dello sport dilettantistico (punto 3), figure centrali come educatori e lavoratori; strategie di ristoro (punto 5) per i gestori degli impianti sportivi pubblici in gestione o privati; aiuti per consentire ai privati (punto 9) di tornare a investire sul mondo dello sport di base, con credito d’imposta e defiscalizzazione.

Da un punto di vista politico-burocratico uno degli elementi nodali (punto 4) è rappresentato da una “rivisitazione dell’autonomia scolastica” per liberare i dirigenti scolastici dalla responsabilità diretta di assegnazione delle palestre, riaffidandole così agli enti locali. La costituzione (punto 7) di bandi di concessione temporanea a titolo gratuito di aree esterne (parchi cittadini) all’interno dei quali poter proporre attività sportiva. Un intervento (punto 12) per sensibilizzare e favorire l’educazione fisica nelle scuole, approfondendo l’importanza della cultura sportiva e rimettendola al centro dell’insegnamento (punto 13).

L’aspetto prettamente medico, infine, non va sottovalutato. La volontà di proteggere le persone anziane e fragili (punto 8), riconvertendo le iniziative delle società sportive anche ad attività che siano necessarie al prendersi cura di sé; ancora (punto 10) la promozione di interventi che evidenziano l’importanza della pratica sportiva a livello medico-sanitario, guardando anche alle aree di maggior disagio socio-economico attraverso la promozione di adeguati comportamenti nutrizionali e di determinate abitudini sportive.

Tante proposte e idee dunque, unite da un grande filo rosso: la necessità cioè di riconoscere lo sport come parte integrante dei sistemi scolastico, sanitario e culturale, evidenziando come sportivi, atleti, allenatori e dirigenti vengano visti come figure “pronte a mettesi a disposizione del Paese”. Il futuro, l’identità e la dignità dell’Italia, conclude Berruto, passano anche da scelte come queste.

 

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