Un imperdibile ’71

Tra le tante uscite del week end, da non perdere il film di Yann Demange, una storia dolorosa e coraggiosa pluripremiata in tanti festival
Corey McKinley e Jack O'Connell

Terminator Genisys
Alan Taylor dirige con astuzia l’intemerato Arnold Schwarzenegger, Jai Courtney e la star del Trono di Spade Emilia Clarke nella saga iniziata a metà degli anni Ottanta che continua – e continuerà – sul mondo postapocalittico guidato da un’oscura intelligenza artificiale, sfuggita al controllo umano, e da robot ammazzauomini, indistruttibili.

Nel fosco panorama, il capitano John Connor sa che l’Intelligenza ha inviato in terra nel passato un Terminator per uccidere sua madre prima che lo dia alla luce. Invia dunque il fido capitano Kyle a proteggerla, ma la donna ha già un protettore d’eccezione, il primo Terminator, ossia un Arnold in forma, autoironico quanto basta. È la parte umoristica e più originale del filmone straricco di effetti speciali, di guerre e stragi fino all’ultimo respiro. Non c’è un attimo di tregua, le due ore passano come un fulmine. Spettacolare e divertente.

 

‘71
Ecco un film assolutamente da non perdere. Peccato che esca col caldo afoso di luglio e rischi che pochi lo vadano a vedere, perché è una storia dolorosa e coraggiosa questa diretta da Yann Demange e pluripremiata in tanti festival.

Siamo nell’Irlanda del Nord, nel ’71, in cui la giovane recluta Gary (un eccezionale Jack O'Connell) viene inviata dall’Inghilterra nella situazione pericolosa di lotta tra protestanti e cattolici. Ma ci sono lotte intestine dentro all’Ira e ufficiali inglesi che fanno il doppio gioco. Il giovane  viene ferito, inseguito, ma trova rifugio presso un medico irlandese. Rischia la vita più volte. Nel film drammaticissimo ci sono sequenze memorabili di terrore e di dolore. E momenti di straordinaria  intensità con la presenza di due bambini: uno è il figlio della recluta innocente e bisognoso del padre e l’altro un ragazzino rivoluzionario vittima dell’odio.

In questo  contesto di ferocia reciproca c’è ancora tuttavia un barbaglio di amore. Con la fotografia sporca, il sentimento di sospensione costante, il ritmo adrenalinico il film è uno spaccato duro sulla guerra e le sue conseguenze, fra cui la perdita d’innocenza dei giovani. Attualissimo.

 

Il Nemico invisibile
Nicholas Cage si ricicla nei panni dell’agente della Cia costretto alla pensione perché colpito dai primi segni di demenza. Ma non si rassegna e vuole combattere l’eterno nemico jihadista Banir. Aiutato da un giovane collega, lo scova ed è una sorta di duello da Far West contemporaneo. Ma prima inseguimenti, voli in Romania, contatti, fughe. Non si perde un minuto nel film diretto da Paul Schrader, che tuttavia ha fatto di  meglio. Un film di genere, con Cage che si crede John Wayne, ma purtroppo non lo è. Eppure, il racconto fila, tiene sospesi ed ha forse il punto vincente nel conflitto tra i due che da personale diventa quello di due mondi opposti.

 

Giovani si diventa
Giovani dentro e vecchi di fuori a quarant’anni? E se la coppia di ventenni incontrata è più vecchia ”dentro” di loro? Naomi Watts e Ben Stiller sono la coppia affiatata nel film di Noah Baumbach, gradevole commedia estiva senza troppe pretese. Ci si diverte, ed è già abbastanza.

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