Un futuro senza guerre

Sì, l’aspirazione alla pace è l’anelito di tanti uomini e donne nel nostro mondo di oggi! La guerra infatti, come dice Andrea Riccardi, è la madre di tutte le povertà. La guerra rende tutti più poveri ed in particolare chi è povero. La guerra è anche assenza di ogni giustizia e precipita intere popolazioni in un abisso da cui è difficile risalire. Tutto questo ci interroga come europei che vivono da oltre cinquanta anni nella pace e nel benessere. Tutto questo ci interroga come cristiani che non possono vivere per sé stessi. Vogliamo ascoltare la voce di chi viene dall’Africa, una terra afflitta da tante guerre, da tanta povertà. Ma l’Africa può risorgere. Ce lo testimonia Beatrice della Comunità di Sant’Egidio: Vengo dalla Costa d’Avorio ma sono nata in Liberia, il primo Paese dell’Africa a conquistare l’indipendenza. Una terra che ha sofferto tanto e da poco è uscita da 15 anni di guerra civile che da libera l’ha fatta divenire schiava della violenza. Negli anni della guerra civile anch’io, come molti miei connazionali, ho dovuto abbandonare il mio Paese. Sono arrivata in Costa d’Avorio. Nel campo profughi, ci hanno accolto giovani africani come noi, che ci insegnavano il francese. Così ho conosciuto la Comunità di Sant’Egidio. È stata per me una nuova famiglia. Che cosa spingeva dei giovani ivoriani ad aiutare noi profughi, senza nulla in contraccambio? Questo amore gratuito mi ha insegnato a credere nel Vangelo della pace, anche nei momenti più difficili. E a viverlo con i miei fratelli ad Abidjan. Amare la pace e a lavorare per il sogno di un’Africa senza più guerre. La pace, è solo un sogno? No, è una realtà di resurrezione che abbiamo cominciato a vivere. Cominciando da noi stessi e dai poveri. Nelle bidonville abbiamo creato tante scuole della pace con bambini, figli di immigrati dal Burkina Faso, dal Ghana, dal Mali: insegniamo a leggere e scrivere, a crescere alla scuola della pace e non della violenza. C’è una generazione di bambini in Africa che chiede di esistere e di crescere in pace: sono tanti, troppi, i bambini usati per fare le guerre. Tanti di loro sono invisibili:non sono mai stati neanche iscritti all’anagrafe. Il loro destino è la guerra, o la strada. È lì che li andiamo a cercare. Abbiamo aperto delle mense per sottrarli non solo alla fame, ma ai pericoli di una vita così. Siamo riusciti a farne tornare un buon numero nelle loro famiglie. Ed ora abbiamo avviato una campagna per la loro registrazione anagrafica. Per farli nascere di nuovo. Per farli esistere. Abbiamo detto no al pessimismo e alla rassegnazione. Anche chi è povero – e molti di noi lo sono – può fare qualcosa per gli altri. Nessuno è così povero da non poter aiutare un altro. Che cosa faccio io? Forse poco, ma insieme, con il Vangelo, le nostre forze si moltiplicano e si riesce a spezzare il pane della pace per tanti. Il nome di Sant’Egidio, per tutti noi africani, vuol dire pace, e speranza di un’Africa nuova. La Comunità non ci ha lasciato soli. E dove la diplomazia e la politica falliscono può vincere la diplomazia dell’amicizia e della preghiera. È successo nel 1992 in Mozambico, dove la pace firmata a Roma grazie alla mediazione della comunità, ha fermato una guerra lunga e sanguinosa. Ma poi di nuovo in altri paesi, nella mia Liberia e recentemente anche in Costa d’Avorio. Il 4 marzo scorso, infatti grazie all’aiuto di Sant’Egidio si è firmato l’accordo che può riunificare il Paese. Allora vorrei dire una parola a tutti voi: Grazie! E un’altra parola: speranza! Sì, la speranza di un mondo diverso e della resurrezione dell’Africa. Questo ci insegna il Vangelo, questo è ciò che possiamo fare insieme, europei e africani, giovani e adulti: lavorare insieme per un futuro di pace. Dalla solidarietà tra africani ed europei illuminata dal Vangelo, sgorga una forza di pace e di umanità che trasforma i nostri continenti e può cambiare il mondo intero. Non è solo un sogno, è la nostra esperienza. Sia anche il nostro impegno per il futuro!. Grazie per queste voci di speranza che vengono oggi dall’Africa. Sentiamo con forza come tra Europa e Africa stia nascendo un’alleanza che darà frutti di pace. È il sogno di Eurafrica. È il sogno di una pace che dall’Europa si allarga all’Africa e da qui al mondo intero. Tutti noi che siamo qui, figli di quel sogno di pace nato in Europa 50 anni fa, sentiamo la responsabilità di portare questa pace in ogni angolo del mondo.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons