Un favore personale

L’amore apre nuove vie, suggerisce altre soluzioni. Un giovane al suo primo lavoro, una mamma al suo secondo parto.
Una pagoda

Poco tempo dopo essermi laureato, ho iniziato a lavorare in una grossa ditta. Un giorno un diretto superiore mi ha preso in disparte per chiedermi un favore personale. Per avanzare nella carriera era importante per lui trascorrere un periodo di lavoro all'estero, e lui aveva tutti i requisiti per ricevere tale incarico, meno la conoscenza perfetta della lingua inglese, che doveva comprovare sostenendo un esame già affrontato con esito negativo. Venuto a conoscenza della mia preparazione in inglese, mi proponeva di fare l'esame al posto suo, facendomi passare per lui.
Sapevo che episodi del genere si erano verificati più volte in passato, tanto da essere considerati prassi comune; per di più la proposta mi veniva fatta con discrezione, come un favore, e non sotto forma di ricatto. Già intravedevo che ne avrei tratto qualche vantaggio in ufficio se avessi accolto questa richiesta.
Ma più forte dentro di me s’è fatta sentire un'altra voce: no, questo comportamento non era certo secondo la volontà di Dio. Ho deciso così di non aderire alla proposta, anche se sapevo che quella persona sarebbe rimasta molto male. Ho tuttavia accompagnato il rifiuto con l'offerta di tutto il mio aiuto, procurando i libri di testo che ritenevo utili e consigliando il mio superiore circa il metodo di studio da seguire. Durante il periodo di preparazione all'esame, il rapporto tra noi è cresciuto e siamo diventati amici.
Alla notizia che esso era stato superato brillantemente, ho avvertito in me una grande gioia per aver potuto amare quella persona nella verità.

S.Y.

 
Una bambina in perfetta salute
 
Mentre ero in attesa del secondo figlio, sono stata chiamata d’urgenza in ospedale: dagli esami fatti risultava una rosolia. Secondo il medico, il bambino sarebbe nato con gravi deformazioni. Mi ha proposto perciò di abortire.
Tutto mi è sembrato crollarmi addosso. Poi una luce in fondo al cuore: anche in questo frangente, l’amore di Dio non era assente. Con questa certezza. Mi sono sottoposta ad altri esami presso un ospedale specializzato, ma il responso è stato lo stesso: vari organi del bambino sarebbero stati attaccati. A questo punto anche mio marito ha aderito all’idea di abortire.
Non sapevo che fare, avevo tanta paura. M’è venuta in mente allora una frase del Vangelo: «Io sono la vite e voi i tralci, senza di me non potete fare nulla». Così, d’accordo con mia madre, abbiamo chiesto insieme a Dio che il bambino nascesse sano. Subito una grande pace mi ha invasa. Da quel momento sono stata particolarmente vicina a mio marito, cercando di confortarlo. Alla fine abbiamo deciso di tenere il bambino.
Mesi di sospensione, condivisi con altri amici. Si stava avvicinando il giorno della nascita e il medico, non credente, che mi aveva seguito tutto il periodo, non capiva da dove mi venisse tanta serenità e forza.
È nata una bambina bella e in perfetta salute.

G.K.K.J.

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