Un effetto dello Spirito

“È un fenomeno singolare, che non possiamo non riferire allo Spirito Santo, la particolare atmosfera che si crea nelle nostre comunità, nelle nostre cittadelle, nei nostri piccoli o numerosi incontri, convegni, congressi. “Che bell’aria c’è in questa comunità; che aria altissima!”. “Che atmosfera c’era!”. “Ho sentito (in quell’incontro) solo aria di eternità!”. Così dicono. Ma che cos’è quest’atmosfera? È la presenza dello Spirito Santo, frutto sia della profonda unità fra i membri che ascoltano, unità che “genera” – così Paolo VI – la presenza di Gesù fra noi col suo Spirito, come pure dello Spirito Santo comunicato con più o meno intensità da chi, parlando, fa precedere l’amore e si è preparato con diligenza, davanti a Dio. E abbondantissimi sono gli effetti di quest’atmosfera. Si sperimentano anzitutto i frutti dello Spirito e in modo particolare gioia, amore, pace. Ma non solo. Quando è presente quest’atmosfera di cielo, alle volte, nelle persone succede un fenomeno: avviene come una morte dell’io e una risurrezione di Gesù in loro. È una grazia, una specie di battesimo che crocifigge con Cristo e fa rinascere con lui. Nulla può dire meglio quanto avviene delle espressioni di chi ottiene questo dono: “(Sono stata) distrutta e edificata nello stesso tempo”. “Sentivo che tutto quello che avevo vissuto finora mi crollava; però nello stesso tempo mi sono sentita rigenerata “. “Quelle parole hanno toccato il fondo della mia anima (…); esse la rovesciano, la purificano, però la commuovono e la rimettono in piedi”. “Mi sembra di essere sotto un torrente di acqua fresca che mi distrugge e sazia nello stesso tempo”. “L’effetto di questi giorni mi sembra si possa paragonare ad un tornado, con la differenza che ogni cosa, pur buttata all’aria, poi prende il giusto posto per armonizzare la vita interiore: il rapporto con Dio e con il fratello”. “Mi sembrava che (qualcuno) dicesse direttamente a me, sanando tutte le piaghe del mio cuore: “Alzati e cammina””. “Il raduno è stato per me un vero bagno di Spirito Santo, è stato come se una mano invisibile mi avesse immerso in questo bagno e poi mi avesse tirato fuori tutto trasformato” (“). Scrive il card. Suenens, che abbiamo conosciuto fin dagli anni Sessanta: “Si tratta di una nuova venuta dello Spirito già presente, di una effusione che non viene dal di fuori, ma scaturisce dal di dentro. (“)” È “una grazia di attualizzazione (cioè che attualizza il dono ricevuto nel battesimo), (“) di una manifestazione del battesimo, di una reviviscenza del dono dello Spirito ricevuto nella cresima”. Nel 1965 il cardinal Bea, che per primo aveva riconosciuto la presenza di un carisma nel nostro movimento, ci ha dato come “protettore” lo Spirito Santo. Per cui, in seguito, abbiamo considerato la domenica di Pentecoste come una festa particolarmente nostra. Del resto, il Santo Padre Giovanni Paolo II, ad un nostro festival di giovani, nell’80, ha collegato il focolare col Cenacolo, dicendo: “Il “focolare”, un termine che per voi ha un grande significato. Il pensiero va spontaneamente a quel primo “focolare”, costituito dai discepoli nel Cenacolo”. (Dall’intervento “Lo Spirito Santo e il Movimento dei focolari” all’incontro mondiale del Rinnovamento carismatico cattolico, svoltosi a Castelgandolfo il 22 settembre 2003).

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