Un documentario sulla danza, con l’aiuto di tutti

Manuele Fanni Canelles, giovane regista triestino, sta realizzando un approfondimento video sulla danza in collaborazione con Liliana Cosi, presidente dell'Associazione balletto classico di Reggio Emilia. Avviata una raccolta fondi tra i lettori
liliana cosi e la sua compagnia

«Non è un reality girato all’interno di una scuola di danza: è un momento di contemplazione, di cui oggi abbiamo tanto bisogno». Manuel Fanni Canelles, giovane regista e produttore teatrale indipendente triestino, descrive così Oltre la fatica – Beyond strain. Un documentario che sta prendendo forma, nato dalla sua conoscenza ormai decennale con Liliana Cosi, l’altra mente pensante del progetto, fondatrice e presidente dell’Associazione balletto classico di Reggio Emilia.

«L’avevo conosciuta ad un incontro sulla spiritualità dell’unità nell’arte – racconta –, ma poi per molto tempo non ci siamo sentiti. Finché, grazie ad un’amica che studiava nella scuola dell’Associazione, ho ripreso i contatti». Una conoscenza «fatta anche di lunghi silenzi» che è pian piano cresciuta, fino ad approdare lo scorso anno all’idea di far incontrare danza e cinema tramite un documentario girato tra i ballerini: «È stato un progetto nato molto lentamente – riferisce Manuel –, e maturato grazie ai tempi molto dilatati». Che sono serviti anche per arrivare alla scelta del tema, la fatica non solo della danza, ma del lavoro e della creazione in generale. «Inizialmente avevo proposto l’umiltà – prosegue –, ma poi ci siamo resi conto che tutto ruotava attorno alla ripetizione instancabile di un gesto, di un movimento, per arrivare sempre più vicini alla perfezione. E così abbiamo scelto questo tiolo».

Manuel è arrivato alla scuola di Reggio Emilia con la sua telecamera ad ottobre, ma il primo giorno non l’ha nemmeno accesa: «Mi sono trovato spiazzato – ammette –, sono stato capace solo di osservare per entrare in questo mondo, a me completamente estraneo». Nei due giorni successivi è andato però alla scoperta dei gesti e soprattutto degli sguardi, per arrivare a quello che lui definisce «un dialogo tra la cinepresa e il ballerino, fino a far diventare la macchina un prolungamento dello sguardo». Anche per questo ha deciso di non ricorrere alle interviste, tipiche dei documentari: «Ho preferito lasciar parlare il silenzio, la gestualità, il sudore».

Con il girato di quei tre giorni è tornato a Trieste per montare un video promozionale da diffondere in Rete. Perché a quel punto, molto banalmente, bisognava iniziare a parlare di soldi: «Era un progetto nato senza budget – spiega –, per cui dovevamo capire come finanziarlo». I due hanno optato per il crowdfunding, ossia un sistema di donazioni – anche minime – raccolte su Internet. In fondo, era anche una questione di coerenza: «Volevamo condividere l’esperienza di come l’unità si costruisce anche attraverso l’arte – afferma –, e quale mezzo migliore che rendere concreto questo progetto attraverso il contributo di tanti, anche per quanto riguarda la produzione?».

I tempi, però, stringono: il 19 febbraio è stato tagliato il traguardo dei 2mila euro, ma ne servono 4.500 per realizzare il documentario. Cifra che va raggiunta entro il 6 marzo, altrimenti il denaro verrà restituito ai donatori – i siti di crowdfunding, infatti, pongono sempre una scadenza nella raccolta di fondi, per evitare abusi di questa forma di finanziamento –: e così Manuel Fanni Canelles, Liliana Cosi e tanti altri appassionati lanciano un appello affinché i lettori diano il loro contributo. Il progetto verrà presto presentato anche a Maria Voce, presidente dei Focolari, anche per condividere un’esperienza incentrata su quella spiritualità dell’unità che sta alla base del Movimento.

La necessità di fare presto si impone anche in vista della distribuzione: «Tutte le reti tv e gli altri canali su cui il documentario può circolare valutano soltanto il prodotto finito – spiega il regista –, per cui per ora, anche se abbiamo già preso diversi contatti con televisioni anche nazionali che si sono dette interessate, non abbiamo contratti in mano. Se il crowfunding va a buon fine, entro l’estate contiamo di finire le riprese». Per contribuire, è sufficiente effettuare la propria donazione a questo link, dove è disponibile anche una lista di siti che illustrano in dettaglio il progetto e il video di presentazione.

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