Un disegno d’amore per ogni uomo
L'annuncio di cui il nostro mondo ha bisogno.
Dio Amore – lo sappiamo – è una verità della nostra fede ed ha tutta la sua attualità. Perché in tempi come questi, in cui Dio si sente lontano, in cui addirittura si pensa alla morte di Dio, che cosa può esserci di più salutare, di più atteso per questa umanità che ci circonda, compresa quella che si dice “cristiana”, ma non lo è del tutto, di aprirla con l’aiuto dello Spirito a questa rivelazione: Dio è vicino col suo amore a tutti e ama appassionatamente ciascuno?
Di dire a questa umanità che ogni circostanza parla di questo amore?
Di farle comprendere che occorre sentirsi circondati da questo amore, anche quando tutto farebbe sentire l’opposto?
Di annunciarle che nulla sfugge a lui, che conta persino i capelli del nostro capo? (…)
Il nostro mondo ha bisogno di questo annuncio, ed è da tanto che io dico che il nostro mondo attuale ha bisogno di questo annuncio: che Dio è Amore, che Dio ti ama, Dio ti ama immensamente!
E l’hanno fatto proprio migliaia di persone ormai, e l’hanno annunciato, l’hanno detto in treno, a scuola, a casa, nelle botteghe. Quando ne avevano l’occasione dicevano: «Guarda, ricordati che Dio ti ama…». E gli effetti sono stati straordinari, le persone hanno preso uno shock, proprio come quando gli apostoli annunziavano: «Cristo è risorto». Dire a queste persone: «Dio è Amore e Dio ti ama immensamente», e dirlo con la convinzione che abbiamo, provoca una rivoluzione.
Ci verrà forse obiettato: «Ma come possiamo pensare oggi a Dio come Amore se molti, anche bambini innocenti, vengono colpiti da ogni violenza?». Noi conosciamo la risposta: se c’era un innocente che Dio amava più di ogni altro, questi era il suo Figlio, Gesù. Ma eccolo in croce – Dio ha permesso questo –, a soffrire terribilmente; eccolo gridare persino l’abbandono del Padre.
Dov’era allora l’amore del Padre a cui aveva sempre creduto? Come riuscire a scoprirlo? Il fatto è che su Gesù vi era un meraviglioso disegno che andava oltre la vita terrena: egli avrebbe dovuto patire così per la salvezza dell’umanità e per essere poi glorificato, anche come uomo, in quel Cielo aperto, ormai, a tutti quelli che l’avrebbero seguito. Questo è il significato del dolore.
Ma c’è un disegno d’amore per ogni uomo, per tutti noi, e bisogna dirlo quando troviamo delle persone che soffrono: «Tu non vedi, tu non sai, noi non sappiamo, però bisogna crederlo». Qualsiasi sia la disgrazia o l’immane calamità, anche naturale, che possa ferire questi nostri fratelli o noi stessi; dobbiamo dirci e ridirci, predicarci e ripredicarci che Dio è Amore.
Certo, per pensare in questo modo bisogna credere nell’Aldilà. Il fatto è che l’Aldilà esiste e non è permesso di tacerlo.
Dobbiamo dunque credere all’amore di Dio e vivere in conformità. Credere.
(Da: “La spiritualità collettiva e la Chiesa-comunione”, discorso al Congresso internazionale del Movimento parrocchiale e diocesano. Castelgandolfo, 11 maggio 1996).