Un diluvio universale
Colpa dei monsoni eccezionali, ma anche dei disboscamenti inconsulti.
Non è un fiume ma un campo allagato questo che il giovane pakistano tenta di attraversare con una bicicletta su cui ha caricato il suo tesoro scampato all’alluvione. Non sapremo mai se ce l’avrà fatta.
Il nostro Paese è provato: più di 1,2 milioni di case distrutte, 3,4 milioni di ettari di coltivazioni devastate, perduto l’80 per cento delle riserve di cibo e del bestiame. Si rischiano gravi epidemie. Le Nazioni Unite parlano di 18 milioni di persone coinvolte, 4,8 milioni di senzatetto, un’area devastata più grande dell’Inghilterra.
Ora nel Nord le acque stanno defluendo. Al Sud, invece, si vanno ampliando le aree sommerse. Adesso stanno arrivando aiuti, ma una volta terminata la fase acuta, milioni di pakistani cercheranno di tornare nelle loro terre, dove però troveranno solo fango.
Ci si chiede se era possibile evitare o limitare il disastro e si parla dei disboscamenti selvaggi operati sulle montagne. Questi, infatti, hanno impedito che una parte dell’acqua piovana venisse trattenuta dalla vegetazione e poi rilasciata lentamente. Una strage di boschi da evitare, che poteva aiutare a prevenire un danno ancora più enorme.