Un dialogo che prosegue
Benedetto XVI visita la comunità luterana di Roma, in continuità con il suo predecessore.
Domenica 14 marzo il papa ha partecipato al culto nella Chiesa evangelica luterana di via Sicilia. Un incontro fortemente voluto dal pastore Jens-Martin Kruse e che si radica in continuità con la visita di Giovanni Paolo II avvenuta nel l’11 dicembre del 1983, in occasione del cinquecentenario della nascita del Riformatore Martin Lutero, con l’invito a ricordarla e rinnovarla fatto a Benedetto XVI nel 2008, ma anche in una quotidiana attenzione a tessere rapporti profondi e concreti di un ecumenismo vivo.
La comunità luterana di Roma, ed i suoi pastori, è infatti attenta a questa dimensione del dialogo ecumenico già da molti anni. Significativo quello che è definito un “ecumenismo di quartiere” che vede una collaborazione con le comunità delle parrocchie cattoliche vicine, con la comunità ortodossa e con gli ordini religiosi presenti nel quartiere, con i monaci benedettini della basilica di San Paolo fuori le Mura. Ma anche relazioni e collaborazioni significative con i Collegio pontificio germanico-ungarico, con la diocesi di Roma. Nonché con la Comunità di S. Egidio, con il Movimento dei focolari ed il Segretariato delle Attività ecumeniche.
Esperienze significative d’una amicizia ecumenica profonda che vede la comunità luterana coinvolta in iniziative che coinvolgono anche le chiese anglofone non cattoliche di Roma e le comunità metodista, valdese e battista.
È in questo quadro che va visto l’invito e la visita del vescovo di Roma.
Il sentirsi della comunità luterana parte della città ed impegnata in una comune testimonianza cristiana con le altre chiese in questa città è l’elemento caratterizzante di questo evento e questo è stato ben chiaro nelle parole di accoglienza della presidente del Consiglio della Chiesa Doris Esch e nel clima di vera festa familiare che ha caratterizzato l’incontro.
Il culto, che ha seguito il normale svolgimento previsto dalla liturgia luterana, ha visto una omelia del pastore Kruse sulla seconda Lettera di Paolo ai Corinzi, ed una omelia di Benedetto XVI su Giovanni 12,20-26. Il pastore Kruse ha sottolineato come è importante imparare «a prestare attenzione gli uni agli altri. Ad esserci, gli uni per gli altri. Aiutare a portare i pesi, quando le forze scemano e, nella tribolazione, a rafforzarci vicendevolmente “con la consolazione con cui noi stessi siamo stati consolati da Dio”(1Cor.1,4)». Il papa ha ripreso versetto dopo versetto il vangelo di Giovanni (12,20-26), sottolineando che «se il chicco di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto», e componendo un discorso quasi tutto a braccio, caloroso e penetrante, che ha dato l’impressione che si sentisse a casa.
Davvero una “piccola Pasqua” questo culto, una domenica in laetare in cui rallegrarsi della bellezza di ritrovarsi cristiani a Roma.