Un cuore nuovo
Seconda parte di una conversazione del 22 settembre 2003 sul rapporto fra la terza divina Persona della Trinità e il Movimento dei focolari. AAnche se all’inizio non eravamo pienamente coscienti dell’operare fra noi dello Spirito Santo, ora, con sguardo retroattivo, possiamo affermare che nella nostra storia si possono riscontrare effetti simili a quelli che egli ha prodotto alla Pentecoste, quando è nata la Chiesa. Si sa che nella Pentecoste si sono realizzate le parole del profeta Ezechiele: Vi darò un cuore nuovo, (…) toglierò da voi il cuore di pietra (…) vi farò vivere secondo i miei precetti (…) (Ez 36, 26-27). Già al primo imbattersi col carisma dell’unità del Movimento, avviene, in genere, nelle persone un grande mutamento, un capovolgimento: si può dire che un cuore nuovo batte nel loro petto. La legge di Dio, ad esempio, che vuole che si ami lui con tutto il cuore, la mente, le forze s’imprime in esse e pongono Dio in cima a tutti i loro pensieri, lo scelgono come ideale della propria vita. Perciò le esigenze di Gesù, che domanda di essere amato più del padre, della madre… (cf Mt 10,37), o quelle che chiedono di posporre tutti o tutto a lui per essere suo discepolo (cf Lc 14,26), vengono, in tal modo, ottemperate. E così è di tutte le altre esigenze. È lo Spirito Santo che mette a fuoco nel cuore delle persone il cristianesimo nella sua interezza; che lo ripresenta nella sua radicalità e lo fa vivere. Gli Atti degli Apostoli affermano che, ripieni dello Spirito Santo, proclamavano la parola di Dio con grande coraggio; che la moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuor solo e un’anima sola; che tutto era fra loro comune (cf At 4, 31-32). E in un altro capitolo: Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (At 2,42). Ebbene: non è difficile trovare nella nuova vita dei membri del Movimento un parallelo con ciò che è descritto in questi brani. Anche in quest’Opera quelli che prima non avrebbero parlato per nulla al mondo, ora parlano e parlano. Dicono cos’è avvenuto in loro, d’aver conosciuto Gesù, chi egli è ora per loro. E narrano la loro meravigliosa esperienza, un po’ come gli apostoli, che annunciavano di aver conosciuto Gesù crocifisso e risorto. E si lanciano ad amare Gesù, amandolo nei prossimi. Dove concentrano poi la loro attenzione è sul comandamento sintesi del Vangelo: Amatevi a vicenda, come io vi ho amati (Gv 15,12). Per cui si verifica anche da noi la realtà di un cuor solo e di un’anima sola. E di conseguenza fiorisce, nei focolarini, la totale comunione dei beni materiali, oltre che spirituali. Come s’avvera negli altri membri, anche se in maniera diversa. Si può costatare ancora nel Movimento una sete fortissima della Parola di Dio. Traduciamo in 91 lingue ad esempio quella che, abitualmente, viviamo mese per mese e la pubblichiamo in due-tre milioni di copie. La celebrazione eucaristica, poi, è al cuore, al centro di tutte le nostre manifestazioni. A questo riguardo ci ha sempre fortemente stupito il fatto che, chi si avvicina al Movimento, incomincia a nutrirsi della santa Comunione ogni giorno spontaneamente e abbiamo attribuito allo Spirito Santo questo fenomeno: egli spinge il neonato alla vita nuova, al cuore della Madre Chiesa e lo sprona a cibarsi del nettare più prezioso che essa gli può offrire: l’Eucaristia.