Un coro di risposte

Sono numerose le reazioni a questa notizia da parte di alcuni movimenti ecclesiali, media e lettori.

A seguito della sentenza della Corte di Strasburgo sulla presenza del crocifisso nelle aule, da più parti ci sono state delle prese di posizione. Riportiamo i commenti di associazioni e movimenti ecclesiali pubblicati da Avvenire.

 

AZIONE CATTOLICA

Visione ideologica

L’Azione Cattolica italiana esprime stupore e amarezza per la sentenza della Corte Europea di Strasburgo, da cui emerge una chiara visione parziale e ideologica a fondamento di una condanna che ignora o trascura il molteplice significato del crocifisso, che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale. L’Azione Cattolica ricorda che il crocifisso è sempre stato un segno di offerta di amore di Dio e di unione e accoglienza per tutta l’umanità.

 

RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO

Una vuota deriva

«Quanta stolta miopia sorregge questa vuota e improduttiva deriva post ideologica, che va accomunando legislatori, intellettuali, politici e gente comune!». Lo ha dichiarato Salvatore Martinez, presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito Santo. «Nessuno potrà mai togliere dalle pareti delle menti e dei cuori la croce di Cristo, perché nessuna civiltà potrà mai vantare un’offerta d’amore tanto grande e una storia di prossimità umana così capace di difendere e promuovere la vita».

 

FOCOLARI

Aumentare i simboli

Commentando la sentenza della Corte europea di Strasburgo, Michele Zanzucchi,di Città Nuova, scrive che «a furia di cancellare i simboli di una cultura, si finirebbe col cancellare anche la cultura che li ha prodotti. E questo è un male, un attentato alla vita civile di un luogo e di un popolo. Non bisogna togliere i simboli, culturali o religiosi che siano – propone – ma semmai aumentarli!».

 

COMPAGNIA DELLE OPERE

Laicismo estremista

«Con questa sentenza si tenta di imporre una interreligiosità ed un laicismo estremista che non appartengono alla storia dei Paesi europei». È quanto afferma Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere (Cdo). Al contrario, «la croce è sempre stata simbolo di una concezione dell’uomo e di una storia che hanno portato l’Europa stessa al riconoscimento della dignità inviolabile di ogni persona e della positività ultima della sua vita».

 

Anche le agenzie di stampa  Zenit  e Fidest hanno ripreso il commento pubblicato da Città Nuova.

 

 

TESTIMONIANZE

 

Rosaria, una nostra lettrice, ci ha inviato una sua esperienza in proposito:

 

"Sono insegnante in una scuola elementare. Alcuni anni fa mi trovavo a lavorare con un giovane collega, al primo anno di insegnamento. Prima che iniziassero le lezioni, ci siamo trovati a sistemare l’aula per renderla più accogliente. Ad un certo punto ho visto che lui ha preso il crocifisso che era da spolverare e l’ha messo dentro l’armadio, dicendo che lui si dichiarava agnostico. L’ho ascoltato con calma e poi gli ho spiegato che ero credente, e che nel rispetto reciproco ritenevo importante avere appeso alla parete quel simbolo caro forse anche a tanti bambini. Mi sono impegnata tuttavia ad essere, come diceva lui, un’insegnante "laica", e a volergli bene concretamente nei mesi successivi. A fine anno lui è stato trasferito, ma dopo qualche mese si è rifatto vivo per dirmi che aveva ritrovato la fede, e che io ero stata per questo determinante.

Da quattro anni ho in classe sette bambini di religione islamica o induista, e il crocifisso continua ad essere appeso alla parete: i genitori di questi alunni non hanno mai mostrato di sentirsi offesi o in disaccordo. Addirittura sono contenti dell’allestimento del presepe, dato che per loro Gesù è un profeta. Io e la mia collega invitiamo i bambini, in occasione delle loro ricorrenze religiose, a spiegarne il significato ai compagni e raccontare come le festeggiano. Sono convinta che rimanendo coerenti alla propria fede ci si possa conoscere e rispettare sempre di più".

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