Un contributo sulla Sindone

Ho fatto due scoperte, una di carattere statistico, l'altra con evidenza scientifica...

 Sono un professore associato di chimica-fisica dell’Università di Bari, vorrei

 proporvi queste due scoperte che ho fatto sulla Sacra Sindone, una è di carattere statistico e l’altra ha evidenza scientifica.

Questi due punti fondamentali dovrebbero togliere ogni dubbio circa l’autenticità del “sacro lino” esposto a Torino.

 Dopo tutte le risultanze scientifiche condotte sul telo, si è giunti all’ affermazione che solo una probabilità su duecento miliardi depone per un falso clamoroso, cioè c’è una sola probabilità su duecento miliardi che il cadavere avvolto nel lenzuolo sia uno dei dieci milioni di uomini crocifissi dai romani (tale è il numero stimato).

Questa ipotesi svanisce notevolmente considerando che il trattamento riservato a Gesù è stato uno “ad personam”. La corona di spine conficcata nel capo, le ginocchia non spezzate, il costato perforato dalla lancia, le percosse così minuziosamente descritte nei vangeli e ritrovate sul lenzuolo depongono decisamente per l’autenticità. Secondo il mio parere,però, Gesù ha posto la firma con il suo sangue, proprio come avviene per i grandi dipinti di fattura umana. Sulla Sindone è stato ormai stabilito da tempo che il sangue presente è del gruppo “AB”. Ora nel miracolo eucaristico di Lanciano, avvenuto nell’ottavo secolo, dove l’Ostia si è trasformata in frammento di miocardio, il sangue che è sgorgato da essa è del gruppo “AB”. Sono certo che anche negli altri miracoli eucaristici avvenuti il gruppo sanguigno è dello stesso gruppo . Caratterizzare il gruppo sanguigno da una piccola macchia di sangue, oggi è non solo tecnicamente facile, ma non si possono commettere errori. Quale certezza si cerca ancora? Mi rendo conto che per i non credenti queste possono essere delle pure coincidenze ma per i cristiani non ci debbono essere ormai più dubbi circa l’autenticità della Sacra Sindone.                                                                               

                                                                                  prof. Angelo De Giglio

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