Un concistoro per gioire del Vangelo nella vita delle Chiese
Il papa ha annunciato ieri all’Angelus la nomina di 19 cardinali. Su 19, 12 sono vescovi residenziali: cinque dall’America del Sud, tre cardinali dell’America del Nord, due dell’Africa, due dell’Asia e infine due dall’Europa, di cui uno italiano, mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia.
Quattro vengono dalla Curia romana, a cominciare dal segretario di Stato mons. Parolin. E infine sono nominati cardinali tre vescovi che hanno superato gli ottanta anni. Tra questi Loris Capovilla, già segretario di papa Giovanni.
Essendo il primo concistoro, ha un particolare rilievo e significato. Innanzitutto ha valorizzato le Chiese dei poveri del Sud del mondo. Basti pensare all’arcivescovo di Ouagadougou in Burkina Faso, piuttosto che Haiti o Cotabato nell'isola di Mindanao.
Parafrasando il Magnificat, potremmo dire che ha innalzato le Chiese umili, quelle che apparentemente non contano, sono fuori dalle lobby teologiche ed ecclesiastiche. Chiese povere per i poveri.
In queste scelte, La Pira avrebbe detto che opera la grazia di Stato. Ed è la grazia del buon senso evangelico, o per meglio dire del senso buono del Vangelo: è il Vangelo che indica i criteri e ispira le scelte, non le carriere, non le cordate, ma semplicemente il Vangelo in atto, che conduce la Chiesa al cuore della vita dei poveri, delle vittime, dei senza dignità, e sa scegliere i vescovi a misura di questo senso buono del Vangelo.
Basti pensare alla scelta di nominare cardinale, alla veneranda età di 96 anni, Loris Capovilla, già segretario di papa Giovanni. È il modo di ricordare il ministero di Giovanni XXIII, della Chiesa dei poveri e della pace, della Chiesa del Concilio, vissuto come grazia dello spirito per le persone di buona volontà di tutte le terre del mondo.
Non è un pensionamento, ma il riconoscimento che quanto seminato dal beato Giovanni XXIII appare come dono, dato una volta per sempre alle Chiese e al mondo, e non un'occasione di sterili polemiche e astuzie teologiche.
Papa Francesco coglie in Capovilla la forza inerme del carisma di papa Giovanni, il carisma della misericordia e non della condanna. E la gioia del Vangelo diventa lacrime di gioia per una nomina dove niente ha il segno del potere, ma tutto rinvia alla luce dello Spirito.
La nomina di Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, appare una delle più inattese. Altri, secondo uno stantìo cursus honorum, avrebbero dovuto essere scelti. Ma il senso buono del Vangelo ha percorso altre strade, ha rifiutato il carrierismo e le lobby che distruggono la vita comunitaria. È stato scelto un vescovo che nella sua diocesi ha evitato lo scorciatoie politiciste e ha seguito la via della misericordia, dell’ascolto, dell'attenzione ai poveri e alle grandi sfide del mondo.
Nato nella Chiesa fiorentina è cresciuto alla scuola del card. Dalla Costa e di mons. Bartoletti. Lì ha imparato a educare alla fede, ad ascoltare la Parola e la città, a mettere al primo posto il Vangelo e la misericordia. È stato collaboratore del card. Piovanelli. È cresciuto dentro la Chiesa fiorentina nella sua stagione più feconda, per poi diventare vescovo ad Arezzo e poi a Perugia.
Ecco, il papa, con questa nomina, ha voluto indicare all’intera Chiesa italiana che una stagione si chiude e se ne apre un’altra, che si affida non alla politica ma alla forza inerme del Vangelo. E la Chiesa italiana saprà aiutare il Paese ad uscire dalla crisi non con un di più di politicismo, ma con una ricerca più grande di Vangelo. Il vissuto del senso buono del Vangelo aprirà vie inedite e inesplorate di annuncio e di ascolto dei più deboli e dei più feriti.
Non ci sono nomine della riva Sud del Mediterraneo. Verrà sicuramente il tempo di nominare cardinali vescovi che hanno vissuto il sacramento dell’incontro al cuore dell’Islam, a prezzo del martirio delle loro Chiese.
Nella foto papa Francesco e Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, uno dei nuovi cardinali.