Un Codice fa da “Garante” per i minori
Con la ripresa delle attività scolastiche, il mondo dell’istruzione e soprattutto i minori vengono sottoposti alle attenzioni dell’opinione pubblica per l’andamento della curva epidemiologica. Eppure la pandemia ha confermato ancora una volta che i bambini e i ragazzi sono i soggetti che meritano le dovute attenzioni, in particolar modo sotto l’aspetto della salute. Soprattutto quelli con patologie non possono usufruire di altri diritti fondamentali per la sua crescita: il diritto al gioco e il diritto all’istruzione. Anche se possono sembrare superficiali agli occhi di un adulto, per un bambino non è per niente così.
Sin da prima della pandemia, era nata da parte dell’attuale ministro per lo Sport Spadafora, allora autorità Garante nazionale per i diritti dei minori e dell’adolescenza, l’idea di stilare un Codice che riguardasse argomenti come la non discriminazione, l’ascolto, la privacy, la protezione da ogni forma di violenza, i diritti del minore di origine straniera e l’interesse del minore in tutte le sfumature, a partire dall’aspetto socio-sanitario
Tale bozza è stata ripresa dal Garante regionale della Puglia Ludovico Abbaticchio che ha dato impulso a un lavoro di coordinamento e condivisione fruttuoso con gli altri Garanti regionali producendo una Carta di 23 articoli che sintetizza delle vere e proprie linee guida che ogni territorio può attualizzare secondo esigenze e problematiche.
In questo momento non esiste un rappresentante nazionale come autorità Garante, perciò la strada aperta dalla Puglia con Ludovico Abbaticchio è il primo passo della ripresa di una cammino: i 23 punti della Carta assomigliano a un verosimile codice deontologico e puntano a tutelare la vita del minore che, senza dubbio, non ha le medesime garanzie di un adulto.
Queste linee guida, messe a punto dai Garanti regionali, contribuiscono a mettere a sistema una serie di leggi che ogni regione italiana potrà utilizzare particolarmente. L’impegno dei Garanti, ora, è di coinvolgere anche le Asl e i direttori generali dei poli ospedalieri in modo che la Carta in cui il diritto alla salute appare di sfondo (e non solo) in numerosi punti, possa passare nelle mani degli amministratori sanitari.
In Puglia esiste un piano antiviolenza favorendo la stesura di un articolo specifico del codice dedicato ai bambini vittime di violenza e violenza assistita (art. 15). In tal modo alcune leggi specifiche hanno contribuito ad accendere un faro su una problematica riguardante i minori. «Il Codice – dice Abbaticchio – esprime linee guida di comportamento per evitare le discriminazioni, penso magari ai bambini che vivono con le madri in carcere o che hanno entrambi i genitori in arresto e sono soli».
Inevitabilmente la pandemia ha incrementato l’urgenza di tutelare soprattutto i disabili, che tra lockdown e misure anticovid non hanno ricevuto le abituali e utili cure e attenzioni. Le linee guida possono finalmente rivelarsi un sostegno a cui potersi appellare e far riferimento, soprattutto in questo momento in cui la situazione per tantissime famiglie con soggetti disabili è inevitabilmente terribile. Per bambini e ragazzi con disabilità sono vitali e terapeutiche le attività e le metodologie in presenza e questo contesto li rende ulteriormente fascia debole. Adesso il contatto, che è saltato, è addirittura sconsigliato, più difficile lavorare.
La Carta dei diritti delle persone di minore età intende trovare nuovi metodi per agire anche in questo contesto complicato e a tal proposito gli interventi degli operatori del settore dai mediatori culturali agli educatori, dai pedagogisti agli interpreti possono portare esempi e modelli su cui lavorare e discutere.
Il tema dei minori è delicato, dato che su un miliardo di persone nel mondo che non ricevono cure sanitarie adeguate e non hanno accesso alle medicine, milioni sono bambini. Per questo sono linee guide sempre aperte.
Al di là di quello che nella Carta è esplicitato, è evidente che la situazione per i genitori di disabili desta preoccupazione. Tutte le attività rivolte soprattutto alla fascia più debole, che vanno fatte necessariamente in presenza, sono saltate e perciò occorre pensare e trovare nuovi metodi per agire in questo tempo e sostenere queste persone.
Per far crescere un bambino occorrono risorse e attenzioni particolari da parte dell’intera comunità e proprio perché la società è chiamata a riflettere sul mondo dell’infanzia e dei minori il Codice è uno strumento che genera conoscenza ed è da promuovere perché, come dice Abbaticchio, «ci sono resistenze e limiti culturali da superare, c’è da capire che un bambino o un ragazzo è l’adulto di domani».