Un cauto ottimismo
Al di là degli entusiasmi seguiti al voto di domenica, molte domande sulla riforma sanitaria rimangono aperte. Le testimonianze dagli Stati Uniti.
All’indomani dell’approvazione della riforma sanitaria, vista come storica da più parti, il Paese appare – o meglio, continua ad apparire – estremamente diviso sul tema. La parola d’ordine è la cautela, perché non è ancora chiaro fino in fondo che cosa sia contenuto nelle oltre 200 pagine del testo della legge. Una lettrice di Living City, Anna O., racconta: «Forse avrei voluto una reazione di entusiasmo simile a quella seguita all’elezione di Obama; invece si sente in tutti quelli con cui parlo una sorta di “ottimismo guardingo”, se non di timore per i cambiamenti che questa nuova legge porterà. È facile dire – su questo non c’è dubbio – che tutti hanno diritto all’assicurazione medica, ma in un Paese di oltre 200 milioni di abitanti trovare la soluzione giusta non è facile. Penso che capiremo solo in futuro l’importanza di questa legge, sapendo che abbiamo vinto questa battaglia, ma la guerra prosegue: le compagnie assicurative non molleranno così facilmente. Speriamo che il bene comune occupi il primo posto nell’operato dei nostri politici, e che si trovi un modo per riconciliare le divisioni».
Anche in merito all’esclusione dell’interruzione volontaria di gravidanza dai finanziamenti pubblici, in linea con quanto auspicato da una nota della Conferenza episcopale americana, non tutto è ancora chiaro: «La questione fondamentale – spiega una collaboratrice di Living City, Amy Uelmen – è capire quanto le riserve espresse dai vescovi riguardo all’aborto siano state recepite. Al di là del tema dell’assistenza sanitaria in sé, se davvero verranno accolte sarà un segnale importante su come la fede può influenzare la politica, e sulle possibilità di andare oltre le divergenze di opinione. Il fatto che sia stata garantita ai medici l’obiezione di coscienza è di importanza fondamentale. Come cattolici per ora ci esprimiamo con cautela».
Anche la Conferenza episcopale americana si è espressa sull’approvazione della riforma sanitaria, con una nota divulgata martedì 23 marzo. I vescovi statunitensi si congratulano per lo sforzo nel garantire l’assistenza medica a tutti, in quanto si sono sempre battuti affinché «ognuno abbia accesso a ciò che garantisce la dignità umana. E questo include l’accesso alle cure mediche». Soddisfazione viene espressa anche per l’emanazione del provvedimento del presidente, che blocca l’uso dei fondi pubblici per l’aborto. Tuttavia, i presuli ribadiscono la necessità di vigilare affinché questo trovi realmente attuazione: «il fatto stesso che sia stato necessario un ordine esecutivo del presidente a questo scopo – scrivono – dimostra come ci siano ancora dei punti di debolezza in questa legge». Altre questioni da affrontare rimangono l’obiezione di coscienza, non sufficientemente garantita nell’attuale testo della riforma, e l’assistenza medica agli immigrati: «molti di loro – si legge nella nota – non avranno la possibilità di accedere alle “borse assicurative” che verranno create, nemmeno pagando la polizza di tasca propria». Per questo, affermano i vescovi, «insieme a molti altri seguiremo attentamente l’attuazione della riforma, e lavoreremo affinché divengano realtà i punti che hanno contribuito alla sua approvazione». Le linee guida della Conferenza episcopale su questo tema sono ben sintetizzate nella conclusione della nota: «Come vescovi, parliamo in nome della Chiesa e per la fede stessa. La religione cattolica non è una questione di parti politiche, e cogliamo l’occasione per riaffermare il nostro impegno a lavorare per un’assistenza medica che davvero salvaguardi la vita, la dignità, la coscienza e la salute di tutti, dal concepimento sino agli ultimi giorni di vita».