Un Campidoglio rosso per la Siria
Roma:un rosso acceso illumina il Campidoglio nella tarda serata di venerdì, al centro la scritta “Per i bambini della Siria. #SaveSyriasChildren”. A terra dei lumini formano la parola Siria. Diverse voci si alternano: testimonianze, denunce, rapporti. Un centinaio di persone tiene in mano una candela. Una candela per dire basta alle violenze sui bambini siriani.
«È un triste anniversario» esordisce Ignazio Marino. Triste perché ormai, quasi in maniera irreale, sono passati già tre anni dallo scoppio del conflitto in Siria. Tanti numeri: più di 7 mila bambini uccisi, un milione rifugiati nei paesi vicini.
«Proviamo a immaginare quanti sono 1 milione di bambini: tutti quelli di Roma, Firenze, Milano, Bari, Torino insieme», dice Jolles Laurens, rappresentante regionale Unhcr Italia. Molti bambini sono ospiti dei grandi campi profughi sorti nei paesi vicini alla Siria: Libano, Giordania, Iraq, Turchia, Egitto.
Isabella Ferrari è ancora scossa di rabbia, di ingiustizia. È appena tornata da un viaggio al campo di Za'atari: 8 km quadrati, 100 mila persone che vivono a soli 12 km dalla loro Siria, in Giordania.
«I bambini che nascono qui non conoscono altro che un colore: il bianco delle tende e del selciato di pietra», denuncia. E ricorda: «I rifugiati non sono solo numeri, sono persone, storie». Sì storie. Come quella di un bambino, Faris, che vuole diventare pilota anche se si muove in sedia a rotelle o quella di Muhammed ed Esdra, che vogliono diventare medici per aiutare i loro amici al campo.
Altri bambini sono rimasti in Siria. Sono più di 4,5 milioni, esposti a malattie, fame e abusi. «Come capire queste persone?» Si domanda Isabella Ferrari. «Pensa a te che perdi tutto»: così le hanno risposto a Za'atari.
Save The Children ha lanciato questa campagna al grido di: «Solo perché non accade qui, non vuol dire che non stia accadendo»: È vero. Il rosso è lì a ricordarlo a tutti. È un rosso che ci interroga: «Lasciamo aperte le frontiere dei nostri paesi» dice Jolles Laurens. Ed è un rosso che grida alla comunità internazionale: «Poniamo fine a questa guerra».
Hanno parlato tutti, tutti hanno deposto le loro candele. Giovani Allevi si avvicina al piano. Le note dolci di Secret Love riempiono l'aria. È una dolcezza velata di commozione. Giovanni alza le mani, toglie il piede dal pedale. L'evento si chiude. Ognuno se ne va nelle proprie case, conserverà la sua candela.