Un cambiamento di civiltà: l’economia civile per una conversione ecologica
È il tempo di una cittadinanza attiva per una ecologia integrale sostenuta dall’ economia civile, afferma Leonardo Becchetti. Cosa significa? Dobbiamo considerare la conversione ecologica nelle sue implicazioni sociali e di felicità pubblica, non solo come equilibrio dell’ecosistema. Il processo pluridecennale di transizione deve essere equo per non suscitare rivolte sociali. Ognuno di noi deve percepire pertanto la necessità e la bellezza del mutare gli stili di vita, di produzione e di consumo.
Sappiamo cosa fare: azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050; affermare una economia circolare per consentire a 7,8 miliardi di persone, con una vita media di 73 anni, di rispettare la natura senza rapinarla. Ciò significa riusare, riciclare i materiali, allungare la vita dei prodotti, gestione efficiente dei rifiuti, diffondere forme di consumo condiviso di beni.
I grandi cambiamenti possono avvenire dal basso con il voto con il portafoglio. Quando le autorità politiche vedranno il consenso assumeranno le decisioni necessarie. I vertici internazionali non bastano. È richiesta la cooperazione di consumatori critici, imprese responsabili, istituzioni lungimiranti attraverso i meccanismi di mercato. La finanza etica e green oggi sostiene questo cambiamento verso una economia sostenibile.
È urgente allora una rivoluzione con piattaforme online di consumo responsabile. Vanno diffusi i regolamenti per la salvaguardia dei beni comuni e per le comunità energetiche. Sta ai cittadini attivi implementare una microeconomia del benessere e della sostenibilità, convincendo milioni di persone che questo processo è faticoso ma fonte di generatività e di senso della vita. È una riconversione del sistema economico auspicata sulla scia della tradizione italiana dell’economia civile, attenta al benessere soggettivo, alla felicità pubblica ed alla sostenibilità ambientale.
Le stesse problematiche sono attentamente analizzate da Edo Ronchi in “Le sfide della transizione ecologica”, Piemme, 2021. La crisi climatica è inesorabile e minaccia l’umanità. Le politiche per contrastare il riscaldamento globale sono state insufficienti nonostante la maggiore sensibilità green. Non abbiamo più tempo da perdere. Si sa ciò che deve essere fatto: promozione delle energie rinnovabili, economia circolare, rigenerazione urbana, carbon tax, ripensamento del sistema produttivo, di quello agroalimentare e dei trasporti. Lancia un appello ad attivarsi per una politica ed una economia completamente nuove: non è sufficiente modificare i comportamenti individuali, occorre cambiare un intero sistema sociale.
Come vincere la battaglia più importante per il nostro futuro? Come hanno compreso Greta Thunberg ed i ragazzi di Friday for future, è necessario un massiccio Green New Deal, in grado di conciliare ambiente ed equità sociale. È una occasione importante per dialogare a livello intergenerazionale con i nostri nipoti. Crisi climatica e sociale sono strettamente connesse. L’ obiettivo è la neutralità climatica con emissioni nette zero al 2050.
Alluvioni e frane continue: cosa attendere ancora? I danni ed i costi della crisi climatica sono ingenti. L’Ipcc chiede un taglio più consistente al 2030. Grande problema: Cina e India non rispettano gli accordi di Parigi. Come convincere questi enormi Paesi? La stessa Italia non sta facendo la sua parte, nonostante dichiarazioni di principio. Le rinnovabili elettriche nel 2018 hanno avuto un calo preoccupante. Siamo nella crisi globale della biodiversità. Abbiamo superato i 100 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati a fronte della scarsità di capitale naturale.
È ora di tirar fuori ogni forma di saggezza per un cambio storico di civiltà. Dobbiamo camminare verso una bioeconomia rigenerativa. Economia verde e circolare, digitalizzazione, intelligenza artificiale sono gli ingredienti del nuovo sviluppo sostenibile. Qui troviamo spiragli per una occupazione verde e dignitosa per i giovani. Obiettivi ambientali avanzati, fiscalità ecologica possono produrre nuovo sviluppo ed occupazione. È un buon affare! Recuperiamo pertanto visione strategica dell’economia del futuro.
Next Generation UE è una grande occasione storica. È urgente in questa direzione una riforma fiscale per il clima ed il lavoro. Green New Deal implica carbon tax. È inevitabile imparare qualcosa dalla dura lezione della pandemia da coronavirus. La lotta contro l’emergenza sanitaria non deve annebbiare la nostra visione strategica dell’economia del futuro. La vera tragedia sarebbe tornare ad essere come prima. Il sistema europeo deve ormai classificare gli investimenti ecosostenibili per porre poi nel Pnrr le condizioni di una vera crescita verde.
«Le sfide della transizione ecologica sono fortemente connesse tra loro e segnano un cambiamento storico profondo della nostra società e della nostra economia: un cambiamento di civiltà. La transizione ecologica dispone ormai di un grande potenziale di condivisione perché oggi è possibile vivere bene – e per i tanti che vivono male vivere meglio – in modo ecologicamente sostenibile senza essere eroi: abbiamo le condizioni economiche e tecnologiche per poter puntare su un benessere sostenibile, certo più sobrio, ma di migliore qualità, più esteso ed inclusivo. Non c’ è ragione convincente perché non possiamo vivere meglio secondo natura e perché, invece, dovremmo essere condannati a vivere contro la natura. Puntando solo sull’egoismo, sull’interesse economico particolare e immediato, molto facile trascurare la tutela dei beni comuni, come il clima ed il capitale naturale… è necessario quindi agire con saggezza facendo leva sull’etica della responsabilità che è in ciascuno di noi». (Edo Ronchi op.cit.)
In questi giorni ci viene in aiuto un’ottima notizia: la tutela dell’ambiente è entrata in Costituzione con l’inserimento della protezione dell’ambiente e degli animali negli articoli 9 e 41. Un buon segno di consapevolezza.