Un caffè tra le guglie del Duomo?

Alla Sovrintendenza questa proposta proprio non va giù. Si discute anche di altri progetti, come il nuovo ascensore panoramico. Nel frattempo, con i molti lavori in corso, la Fabbrica del Duomo vuole «riposizionare l'offerta culturale sulle rotte del turismo internazionale», in tempo per l'Expo
Duomo di Milano

Se il Diavolo veste Prada, come titolava un film di una decina d’anni fa, forse alla madre del Cristo fa piacere un buon caffè, magari quello che si gusta in Paradiso. Sempre come suggerisce la pubblicità, ovviamente. Se ci è concesso. Devono aver pensato così, coloro che hanno proposto di collocare un punto ristoro tra le guglie del Duomo. L'idea è sostenuta dall'arcivescovado e dall'arciprete del Duomo perché sostengono: «Il chiosco migliora l'esperienza dei turisti e sostiene i restauri con 500 mila euro l'anno fino al 2016. Peraltro, non sarebbe la prima volta…».

Un bar, assicurano gli attempati, c'era già nel dopoguerra: nel 1946 si sorseggiava il tè sulla terrazza. Oh! Ma tutto questo non piace alla soprintendenza che ha bocciato il progetto. Niente baretto temporaneo sulla terrazza principale, niente gazebo, celle frigo, locali-rifiuti. E così, quello che era e resta uno dei fattori chiave della formula Expo, è destinato a restare un progetto sulla carta. Non è detto, assicurano i bene informati, poiché Desco ambrosiano srl – la società che gestirebbe l’appalto –, non ne vuol sentire del rifiuto, tanto che ha fatto ricorso al Tar: «Lo stop è arbitrario e illegittimo».

Stop anche all’altro progetto, quello di un nuovo ascensore panoramico sul lato Nord. Per far cambiare parere qui s’è messa in moto la diplomazia ambrosiana. Questo per i primi, ma ce ne sono ben altri dieci di interventi di manutenzione straordinaria aperti all'interno, ai lati e sul tetto della cattedrale: «È l'attività più importante da decenni», spiega, il direttore della Fabbrica del Duomo. In questo restyling sono impegnati oltre cento tra operai, tecnici e scultori.

Sono in cura il tornacoro e l'altare della Madonna dell'Albero e, a breve, lo sarà il ciborio; si lucidano i pavimenti, vengono controllati i capitelli delle 52 colonne, sono coperti da ponteggi 2.600 metri quadri di marmo sulle facciate; è impacchettata la torre maggiore della Madonnina e bisogna consolidare la copertura, le guglie absidali, gli archi e le falconature.

Manutenzione straordinaria, in alcuni casi e tutta onerosa. Per la manutenzione ordinaria si spendono 20 milioni l'anno. Tutto il resto, lo straordinario, per intenderci deve arrivare da privati, come i poster pubblicitari sulla facciata: da questi arrivano dai 50 ai 100 mila euro al mese. Con la campagna "Adotta una guglia" sono stati incassati 2,5 milioni tra oltre venti «grandi donatori» e migliaia di piccole sottoscrizioni.

Il prossimo 4 novembre avverrà la riapertura del Museo accanto a Palazzo Reale: la collezione d'arte e il preziosissimo archivio storico (riallestito) saranno restituiti al pubblico dopo otto anni di chiusura e 36 mesi di lavori. In numeri: 2 mila metri quadri, 27 sale, 13 aree tematiche. La spesa: 13 milioni. Insomma la Fabbrica del Duomo vuole «riposizionare l'offerta culturale sulle rotte del turismo internazionale». E per l'Expo sarà presentato un corposo pacchetto di riforme, dall'info point ai nuovi percorsi.

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