Un Barbiere ad Hollywood
Che follia questo Barbiere rossiniano rivisitato alle romane Terme di Caracalla come un folgorante, fantasmagorico musical. Del quale c’è tutto, o quasi: un circo di acrobati, ballerini, cantanti, donnine che commentano le arie e soprattutto i concertati del capolavoro del giovane Rossini, il quale già di per sé sprizza fuoco, energia e spirito a non finire.
Rosina è chiusa in gabbia, letteralmente, Basilio è la caricatura, riuscitissima, del classico direttore d’orchestra, Bartolo è un signore ridicolo che si trova in costume da bagno, Lindoro un signorotto anni trenta e Figaro: lui è il factotum esilarante. Sul palco è uno scatenato movimento continuo, che in qualche momento “copre” una musica di per sé vulcanica – il finale primo -, altre volte indulge a qualche “calo” (le torte in faccia), ma in genere lo scatenamento dei cantanti-attori, bravissimi, del coro e dei figuranti del musical è generoso, sornione e divertente.
Il pubblico segue con evidente piacere l’opera, ride al libretto che è un gioiello scattante di comicità, e Rossini trionfa- anche e oltre il musical- comunque. La regia dinamica di Lorenzo Mariani, molto americana, piace come le scene surreali di William Orlandi, giuste per il tono surreale rossiniano, mentre la direzione di Stefano Montanari è corretta. Anzi, scopre nell’orchestra un suono settecentesco, leggero e brioso, che è bello e guida i cantanti nelle loro variazioni con tempi elastici, in perfetto accordo col palco. Forse da migliorare l’acustica. Lo spettacolo è da rivedere, con qualche aggiustatina sull’eccesso di gags e qualche momento di “ferma” per lasciar parlare una musica sovranamente ispirata. Repliche, da non perdere, fino all’8 agosto.