Un attentato alla fiducia

La strage jihadista al giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, che ha causato 12 vittime, ci fa sentire meno sicuri e aumenta il senso di malessere. Ma non possiamo permetterci di perdere la speranza
Due ragazze alla manifestazione di cordoglio per le vittime

Quando la cronaca fa entrare nelle nostre case questi tragici episodi, ci rendiamo conto che il pericolo non è più tanto lontano, ma che anzi ci riguarda e ci tocca da vicino minando il nostro senso di sicurezza e di fiducia nella vita. Qualcuno afferma che ci troviamo in guerra, qualcun altro commenta che questo è diventato un mondo cattivo. Altri l'hanno chiamato l'11 settembre europeo. E certamente questi episodi di terrorismo in Europa in qualche modo confermano queste espressioni.

Occorre anche ricordare, però, che questa non è l'unica realtà. Che ancora oggi il sole sorge per l'umanità. Che ci sono fratelli di fedi diverse che vivono in pace e in armonia tra di loro. Gruppi che cercano la pace attraverso il dialogo interreligioso e interconfessionale. Al di là della triste e dura cronaca, che ci colpisce nella ricorrenza degli eventi tragici in ogni ambito della vita, esistono famiglie che mantengono il tessuto sociale diffondendo sani principi e valori, educando figli che saranno validi cittadini di domani. Ci sono persone che dedicano la loro intera vita a cambiare il mondo, in politica, con il lavoro, anche a costo di enormi sacrifici e talvolta della loro stessa vita. Ricordiamoci che fortunatamente non siamo in guerra perché se ne avessimo un recente ricordo, sapremmo fare un veloce paragone tra la nostra vita e quella di migliaia di persone che oggi ne sono vittime. 

Non lasciamo che questi fatti ci tolgano la speranza e la fiducia. E anzi per ogni gesto di morte come questo francese moltiplichiamo gesti di vita e di amore. L'odio chiama l'odio. Così l'amore, può fermare e cambiare le cose.

Qualche giornale ha titolato «Questo è l'Islam». Qualcun altro l'ha chiamato “il nazismo islamico”. No, non facciamoci prendere dall'odio e dal risentimento. Ciò che ha spinto al gesto terrorista è un'ideologia estremista, e ce ne sono in diverse culture. Non cadiamo nello stesso errore degli attentatori, non diamo inizio ad una persecuzione etnica e ideologica che porterebbe ad una spirale di violenza e di distruzione.

Aumentiamo la difesa, ma restiamo lucidamente fermi nei nostri valori che fanno dell'Europa un continente libero, democratico, unitario, vocato alla pace e al progresso dell'umanità. Rendiamoci un esempio imitabile di quanto vorremmo accadesse nel mondo, incominciando dalle situazioni che viviamo noi.

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