Un arcobaleno di speranza su Tacloban

Il governo si rimette in moto, gli aiuti internazionali arrivano numerosi, giungono notizie di semplici, grandi iniziative dei membri del Movimento dei Focolari. Le parole del vescovo Villegas infondono coraggio nei sopravvissuti al tifone Haiyan: le Filippine, finalmente, si rialzano in piedi
Un arcobaleno di speranza su Tacloban

«Ogni giorno, nonostante tutte le cattive notizie, c’è una ragione per riacquistare la speranza». Queste le parole che ha scritto Greg Suarez, un medico volontario, quando ha pubblicato la foto dell’arcobaleno. L’ha scattata quando stava salendo in cima a una struttura a Tacloban, sette giorni dopo che il tifone Haiyan colpisse la città.

È stato un bellissimo segno di speranza per la gente della città, così stanca delle lente operazioni di soccorso e delle scene di disperazione nelle strade. Ma c’è anche un’altra ragione per sperare che pian piano le persone riusciranno a rimettersi in piedi. Lo scorso giovedì i media internazionali – fra cui la BBC e la CNN – hanno criticato il presidente delle Filippine Aquino per la disorganizzazione delle operazioni di soccorso. Forse questo ha fatto ridestare il presidente che si è rimesso in piedi ed è riuscito a organizzare il suo gabinetto dopo 7 giorni. Continuando a mostrare cosa sta accadendo a Tacloban e nelle altre aree delle province di Leyte e Samar il ruolo che i media stanno giocando continua a essere cruciale.

Il presente entrate della Conferenza Episcopale delle Filippine, Villegas, si è appellato alla calma affinché si smettesse di puntarsi il dito a vicenda dicendo: «Questo è il momento per la carità, una carità ormai impellente. Questo è il tempo di accendere insieme le nostre piccole candele per combattere l’oscurità e le tenebre. Questo è il tempo di diffondere l’ispirazione, di lavorare per più speranza e di emanare più vibrazioni positive nell’aria». Il suo messaggio sembra che sia stato ascoltato: le persone nei social media hanno cominciato a moderare i loro commenti contro il governo.

Il mondo intero sembra che sia presente in questa parte del pianeta. Lo scorso 12 novembre, l'ex sindaco di Davao, Rodrigo Duterte, guardando la devastazione a Tacloban, ha detto che le persone camminavano come zombie, e sembrava che Dio si fosse dimenticato che c’è un pianeta chiamato Terra. Ma ora stanno arrivando in massa i soccorritori volontari e gli aiuti provenienti dalle Nazioni Unite, dall’America, dall’Europa, dall’Australia, dal Medio Oriente, e anche dalla Cina. L’esercito filippino e la polizia sono già molto attivi nella regione per portare ordine nelle città della zona. La distribuzione rapida dei mezzi di soccorso sta funzionando ed è trasmesso nelle parti più lontane delle province. Molte strade sono state ripulite e i corpi delle persone si stanno ora tumulando in fosse comuni.   

L’amore e il sostegno della comunità internazionale è semplicemente travolgente. La profezia del Vangelo “quando sarò innalzato dalla terra, attirerò gli uomini a me” sembrava che si fosse realizzata proprio qui a Tacloban. Anche i bambini piccoli stanno mandando, dalle differenti parti del globo, i risparmi dei loro salvadanai.

Angel, una giovane membro del Movimento del Focolari ha incoraggiato i suoi insegnanti e compagni di classe a rinunciare a qualcosa per le vittime del tifone dicendo: «Quando una parte di noi muore, un’altra vive». Grazie alla sua piccola iniziativa è stata capace di raccogliere molti beni e 20.000 pesos (400 euro) solo in un giorno. Michael, un altro giovane membro dei Focolari, ha raccolto 7 sacchi di vestiti buoni e utilizzabili dal suo povero villaggio. Si stanno riversando aiuti e soccorsi da nazioni ricche e da nazioni povere.   

Ding Dalisay, la focolarina delegata per la zona di Cebu, è una delle responsabili delle operazioni di soccorso nelle zone colpite duramente. Ha detto che questo super tifone «è stato per noi, ora, come una super prova d’amore» superata grazie alla travolgente solidarietà e aiuto riversato a Cebu, scelto come fulcro centrale della operazioni di soccorso.

Nei giorni scorsi, con la catastrofica distruzione che vedo, non avrei mai immaginato che ci sarebbe stato veramente un arcobaleno dopo la tempesta. Ma ora è apparso nel cielo di Tacloban. Molti l’hanno visto. L’ottimismo è tornato. Il sindaco di Tacloban, Romualdez, sembrava di aver ritrovato la sua leadership quando è stato intervistato dalla tv nazionale. Ha affermato: «Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono parole di incoraggiamento. Il peggio è passato. Siamo sopravvissuti al più potente tifone abbattutosi nel mondo intero. Abbiamo bisogno di uscire da questo stato e andare avanti». (Foto Dr. Greg Suarez)

Traduzione libera di Francesco Carta

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