Un appello con qualche proposta
Un lettore suggerisce cinque passi che toccano categorie, isituzioni, cittadini e che invitano al cambiamento. Nessuno può tirasi indietro
Se un uomo di 93 anni come Stephan Hessel da solo è riuscito ad infiammare ovunque tante persone con l’esortazione del suo pamphlet “Indignatevi”, vuol dire che c’è tanto sdegno ma anche tanta speranza nel mondo. Allora perché, a cominciare dall’Italia, non sognare e operare insieme affinché:
1) Ciascun “eletto” di Senato, Camera dei Deputati, Regioni, Province, Comuni, devolva sistematicamente e pubblicamente parte della propria remunerazione globale a un fondo di solidarietà, trasparentemente costituito e gestito, a favore di coloro che non hanno lavoro, pensione, assistenza. E che ciò facciano anche i grandi “manager” e “commis di Stato”. Non c’è bisogno di alcuna legge né costituzionale né ordinaria.
2) Il Governo italiano, quelli dei cosiddetti paesi del G8, G20, le Organizzazioni internazionali come, FMI, ONU, FAO, UE, UNESCO., dando l’esempio al di là delle parole, si facciano promotori di un contributo di solidarietà a favore dei Paesi in cui regna la fame e la miseria, facendo ivi sorgere ospedali, scuole e infrastrutture. Ed operino per bandire la fabbricazione di armi ( una minima parte di quel badget sarebbe sufficiente ad evitare la morte e la mutilazione di milioni di persone, specie bambini). E per impedire che fiorenti industrie di videogames mettano in commercio giochi in cui si diano messaggi anche subliminali di violenza ai minori;
3) Che almeno una volta al mese le autorità della Chiesa, abbandonando ori e lussuosi paramenti, indossino un saio bianco, ricordando la profezia: Egli è giusto e umile, cavalca un asino, annuncerà la pace alle nazioni. E sistematicamente dialoghino con altre dottrine che si ispirano all’umanità come espressione di armonia e di amore.
4) Che in ogni città imprenditori, educatori, magistrati, “tutori dell’ordine”, politici, giornalisti si incontrino insieme, in luoghi pubblici o di loro pertinenza, con studenti, operai immigrati, disoccupati, precari raccogliendo stimoli e idee su come pacificamente contribuire insieme ad un migliore convivere sociale. E i responsabili di mass-media, televisioni, giornali, creino spazi di riflessione e confronto ideati e gestiti con i giovani. E che si dia spazio a sane letture.
5) Forse si riuscirebbe così piano piano a dare risposta all’augurale domanda che Tiziano Terzani in “lettere contro la guerra” rivolgeva a tutti e ciascuno: “Perché non immaginarsi che quest’uomo sapiens con una nuova mutazione diventi un essere più spirituale, meno attaccato alla materia, più impegnato nel suo rapporto col prossimo, meno rapace nei confronti del resto dell’universo?”
Dice Nelson Mandela: “La pace non è un sogno, si può costruire. Ma per fare ciò occorre sapere sognare”.
Chiunque condivida questo appello e lo voglia arricchire in spirito di rispetto, pace, rifiuto di ogni odio e violenza, è benvenuto.
Ennio Di Francesco