Un anno di sport, tra vittorie e delusioni

Colpi di scena, storie ai limiti della credibilità e campionissimi indimenticabili: anche il 2015 dello sport va in archivio scandendo una serie di risultati e volti che rendono difficile una sintesi. Proviamo a riassumere, senza far torto alle discipline minori o a personaggi meno noti alle cronache, un anno che la nostra redazione ha cercato di raccontarvi settimana dopo settimana
Valentino Rossi

Spunti, botti, storie ai limiti della credibilità e campionissimi indimenticabili: anche il 2015 dello sport va in archivio scandendo una serie di risultati e volti che rendono difficile una sintesi. Proviamo a riassumere, senza far torto a sport minori o personaggi meno noti alle cronache, un anno che la nostra redazione ha cercato di raccontarvi settimana dopo settimana.

 

Ci dispiace, dobbiamo andare

Tra non poche dipartite, non possiamo non dare conto almeno di due illustri icone che ci hanno lasciato prematuramente: Annarita Sidoti e Jonah Lomu, poco più che quarantenni. L’ex campionessa di marcia, attiva anche in politica nel messinese e sempre con il sorriso, si è spenta lo scorso aprile, mentre a metà novembre è toccato al leggendario gigante degli All Blacks neozelandesi, considerato simbolo di eccellenza di questa disciplina.

 

Tennis tra stelle azzurre e Super Nova(K)

Il campionissimo serbo Novak Djokovic, dopo avere centrato a luglio un mirabile tris in carriera aggiudicandosi contro il re detronizzato Roger Federer la terza prova del Grande Slam in un confronto tra titani della racchetta, si è aggiudicato proprio contro lo stesso Federer per la quinta volta le Atp World Tour Finals, quotatissimo torneo tra i migliori otto tennisti della stagione: chiamatelo “marziano” o Super Nova (K), dominatore assoluto dell’anno. L’Italia del tennis però si è commosso davanti all’abbraccio in mondovisione tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci, finaliste agli US Open di New York in un torneo dello Slam, mai accaduto prima nella storia del tennis italiano. Due ragazze “normali”, così diverse dallo stereotipo di quelle atlete tutte muscoli e potenza che spesso imperversano nello sport: Flavia, annunciando il suo ritiro, passa alla storia per essersi aggiudicata quella che il nostro paese ricorderà come “una vittoria per due”.

 

L’affilata campagna di Russia

Tripudio azzurro anche a Mosca a Luglio, grazie al “Dream team” delle lame femminile e maschile: se Arianna Errigo, Elisa Di Francisca e Martina Batini (Valentina Vezzali riserva) sbancano i Mondiali di fioretto, Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Giorgio Avola e Daniele Garozzo hanno concesso il bis; oro anche per Rossella Fiamingo nella spada femminile individuale, ancora campionessa iridata, ancora in Russia, come lo scorso anno a Kazan.

 

Inarrivabile Barça

“Dio ha creato il calcio, il Barcellona ha portato il pallone”: una battuta giornalistica lanciata negli ultimi anni riassume forse al meglio le gesta di quella che per i principali quotidiani sportivi spagnoli sembra la migliore squadra della storia del calcio: il 2015 segna probabilmente l’anno più scintillante della storia del club catalano, in termini di risultati e spettacolarità. Uno scintillante Barça, dove i fuoriclasse ‪Messi, ‪‎Suarez e ‪Neymar brillano nel firmamento del ‪‎calcio mondiale costituendo i terminali offensivi di un collettivo eccezionale sul piano dell’autorevolezza, del palleggio e della capacità di sviluppare gioco ad altissima intensità, archivia un 2015 galattico: al clamoroso “Triplete” di Giugno (campionato, coppa di Spagna e Champions League), i maestri del “tiki taka”, celebre possesso palla reso magistrale da una rete di insistiti passaggi corti, aggiungono Supercoppa europea e Mondiale per Club.

 

Storie nella storia

Grazie a Marco Catapano, Aurora Nicosia e Giovanni Bettini, ci siamo poi addentrati nelle meravigliose parabole agonistiche tra modelli sportivi di discipline diverse: Giovanni Pellielo, campione di tiro a volo, ci ha svelato il segreto di una longevità sportiva con pochi precedenti, Daniele Greco, campione di salto triplo, ci ha raccontato la motivazione che lo accompagna nelle gare e nella vita, mentre il calcio ci ha regalato gli esempi straordinari di Daniel Engelbrecht, giovane tedesco sceso in campo col defibrillatore dopo quattro interventi, e dell’ “operaio del gol” Jamie Vardy, attuale capocannoniere della Premier League a 28 anni, in fabbrica fino al 2011.

 

Non senza vergogna                                                                  

Non saranno mai tutte rose e fiori e lo sport non fa eccezione: di vergogne targate 2015 vorremmo ricordarne due, diverse ma significative. Non scorderemo quell’alba di arresti del 28 maggio a Zurigo, su richiesta delle autorità statunitensi, nel lussuoso Baur au Lac Hotel, in cui si svolge il meeting annuale della FIFA: incriminati per corruzione, frode, riciclaggio di denaro e associazione per delinquere, i più alti dirigenti della federazione internazionale che governa il calcio sono accusati di reati che si riferiscono agli ultimi 20 anni e difese, accuse e accertamenti non sono ancora conclusi. Così come non scorderemo quando il 18 Ottobre in Australia, nel penultimo atto della stagione di uno spettacolare Moto GP, lo spagnolo Marc Marquez su Honda, fuori dai giochi per il titolo, abbia incalzato e provocato un teso Valentino Rossi, per favorire il connazionale Lorenzo e la casa motociclistica rivale, la Yamaha: ricorderemo la sua “entrata a testa bassa” dall’esterno contro Rossi, posto in traiettoria interna e ormai pronto a fuggire verso il trionfo, e la pedata di reazione del nostro “Vale46”, macchia indelebile nella sua leggendaria carriera, per un epilogo arrivato il successivo 8 novembre: Jorge Lorenzo vincente, lo sport in generale perdente per palese condotta antisportiva in salsa iberica.

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