Un anno di sport con Città Nuova

Campioni affermati e atleti sconosciuti ai più, notizie da prima pagina e storie seminascoste: lo sport nel 2013 visto coi nostri occhi (prima parte)
Brasile

Gennaio – Un pallone di speranza

Da Capo Verde alla Tanzania, l’Africa del pallone offre belle storie da raccontare. La selezione isolana, al debutto assoluto in una fase finale dei campionati continentali, elimina Angola e Marocco e si spinge sino ai quarti di finale prima di cedere al Ghana. Il ko con le Black Stars, però, nulla toglie allo straordinario cammino dei capoverdiani, a maggior ragione se si considera che la piccola federazione locale riesce a sopravvivere anche grazie a un apposito programma della Fifa basato principalmente su educazione e salvaguardia della salute. In Tanzania, invece, il calcio è sinonimo di integrazione: quella dei circa 200.000 albini che vivono nel Paese, vittima di una sorta di “razzismo al contrario” ad opera della dominante popolazione nera. A Dar es Salaam, infatti, il commerciante di automobili Oscar Haule – cristiano di pelle nera – dà vita all’Albino United Team, nato nella speranza che la passione per questo sport si tramuti in amore nei confronti di chi è nato con una pelle diversa.

Febbraio – Dalle lacrime al sorriso

Ai Mondiali di sci alpino, l’Italia conquista tre podi (due argenti e un bronzo), tra i quali spicca il secondo posto di Nadia Fanchini in supergigante a pochi giorni da una deludente discesa libera che l’aveva fatta scoppiare in lacrime davanti alle telecamere. La medaglia conquistata a Schladming premia una ragazza bersagliata dalla sfortuna, materializzatasi sotto forma di infortuni (varie le operazioni al ginocchio alle quali si è dovuta sottoporre) e problemi di salute (nel 2007 dovette interrompere l’attività agonistica a causa di alcuni problemi cardiaci). «La mia medaglia è un messaggio – dichiara Nadia -: non mollate mai!». Un motto e uno stile di vita che portano davvero in alto.

Marzo – Tradizione a due ruote

Identità, storia e cultura. Compie 100 anni il Giro delle Fiandre, una delle corse simbolo del ciclismo mondiale, la gara dei muri e del pavé. Tra aroma di birra e profumo di salsicce e patatine fritte, dal 1913 migliaia di persone si radunano lungo i 256 chilometri di gara per celebrare il mito della bicicletta, da queste parti una vera e propria religione. A trionfare è lo svizzero Fabian Cancellara, ma in Belgio ci si può consolare con la straordinaria cornice messa in mostra agli appassionati di tutto il mondo.

 

Aprile – Quando lo sport fa miracoli

 

La 117esima edizione della Maratona di Boston è segnata da due esplosioni che provocano tre morti e quasi 200 feriti. Nella tragedia, non mancano le storie di speranza, di coraggio, di determinazione. Come quella che vede protagonisti Dick e Rick Hoyt, un padre e un figlio davvero speciali, capaci di superare le barriere della gravissima malattia – paralisi cerebrale infantile – di cui Rick soffre sin dalla nascita. Così, dall’ipotesi di una vita in stato vegetativo, Dick e la moglie June riescono ad andare al di là delle limitazioni fisiche del figlio, permettendogli di essere ammesso a scuola prima che lo sport prenda letteralmente il sopravvento. Un semplice desiderio di Rick, infatti, ha portato lui e suo padre a disputare oltre mille eventi sportivi fra gare di corsa, di ciclismo e di triathlon. Sempre insieme, con Dick a trainare Rick in acqua, sui pedali o a piedi: la forza straordinaria dello sport.

 

Maggio – Un gregario da maglia rosa

Il Giro d’Italia va appannaggio di uno straordinario Vincenzo Nibali, ma a commuovere è la storia di Alessandro Proni, umile gregario del pedale dal cuore grande così. Con la sorella Debora malata di leucemia, il portacolori della Vini Fantini-Selle Italia non si preoccupa del rischio di dover abbandonare l’attività e decide di diventare donatore di midollo osseo. Il tutto, sfidando qualche malizioso invito dei medici a rinunciare al proposito perché «sei un ciclista professionista, il midollo potrebbe essere sporco, sai… il doping». Alessandro, però, non desiste e va avanti: Debora sconfigge la leucemia, ma un’infezione che aveva aggredito le sue difese immunitarie se la porta via. Proni, al Giro, davanti a milioni di telespettatori, racconta la propria storia con una dignità e un amore da campione. Da maglia rosa.

 

Giugno – Brasile e Tahiti, il calcio come denuncia

La Confederations Cup vede il trionfo del Brasile padrone di casa, con la bella Italia di Prandelli che si piazza al terzo posto. Ma l’antipasto dei Mondiali 2014 è caratterizzato dalle manifestazioni di protesta che prendono piede in tutto il Paese e che in alcuni casi sfociano purtroppo in episodi di violenza. In una situazione di estrema tensione, strappa più di un sorriso la Nazionale di Tahiti, sonoramente battuta da Nigeria, Spagna e Uruguay, con un solo gol segnato (festeggiato a ritmo di pagaia) e ben 24 subiti. I modesti risultati sul campo non fanno però perdere il sorriso ai polinesiani, che prima di ogni partita regalano ai giocatori avversari una collana di perle. E che approfittano di tutta questa visibilità per denunciare l’alto tasso di disoccupazione presente a Tahiti: il calcio serve anche a questo.

 

Paolo Candeloro

(con il contributo di Giovanni Bettini e Marco Catapano)

 

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