Un altro traguardo per le magnifiche quattro
Alla fine è stato un tripudio di coriandoli azzurri sulla terra rossa del Circolo tennis di Palermo, con Monte Pellegrino sullo sfondo e tutto il pubblico (non moltissimo per la verità, a causa anche del lunedì lavorativo) in piedi ad applaudire l’ennesima impresa della nazionale femminile guidata da Corrado Barazzutti. Lì, ai bordi del campo, sommersa dagli abbracci delle compagne, c’era una commossa Roberta Vinci, la quale – dopo due ore e 33 minuti di gioco, sotto gli occhi di mamma Luisa e papà Angelo – aveva appena strappato il punto decisivo per la conquista del tiratissimo match contro una caparbia Lucie Safarova (6-3, 6-7, 6-3 i parziali) e, soprattutto, per il definitivo 3-1 dell’Italia sulla Repubblica Ceca, che vale la qualificazione alla finale di Fed Cup, l’equivalente della Coppa Davis maschile.
Un punto liberatorio per la tennista tarantina e la squadra azzurra perché, dopo il 2-0 ottenuto con disinvoltura nella prima giornata di gare (con i successi della stessa Vinci su Petra Kvitova, numero otto del mondo, e di Sara Errani sulla Safarova) e la qualificazione che di conseguenza sembrava essere diventata una pura formalità, tutto si era complicato tra la mattina e il pomeriggio di domenica. Prima l’intensa pioggia caduta su Palermo e poi la vittoria in tre set della Kvitova contro la Errani avevano infatti rinviato l’approdo alla finale, generando una certa ansia nella formazione italiana, fiduciosa nei propri mezzi, ma al contempo consapevole della forza della squadra ceca, vincitrice non a caso delle ultime due edizioni della Fed Cup.
Lo stesso andamento del singolare di ieri, tra l’altro, ha dato a un certo punto l’impressione che la serie potesse trascinarsi al quinto e conclusivo incontro, ossia il doppio che si sarebbe dovuto disputare tra le nostre Flavia Pennetta e Francesca Schiavone e l’affiatata coppia ceca, composta da Andrea Hlavackova e Lucie Hradecka (per inciso, il match, divenuto ininfluente ai fini della qualificazione, è stato cancellato). Dopo essersi aggiudicata il primo set per 6-3, grazie a un’ottima gestione del servizio, all’aggressività sotto rete e a delle smorzate che in poche possono vantare nel circuito femminile, Roberta ha infatti sofferto il ritorno della Safarova nella seconda, avvincente, frazione, che si è chiusa al tie-break col punteggio di 7-2 a favore della ceca, salita in cattedra grazie anche a una condizione fisica invidiabile. Il terzo set è stato una girandola di emozioni, con colpi di classe ed errori da una parte e dall’altra, e la Vinci che nel frangente più delicato (sul 3-3 e sotto 15-30) ha saputo piazzare due ace consecutivi e una splendida prima di servizio, minando la sicurezza dell’avversaria e conquistando pure il successivo break del 5-3, subito prima dell’apoteosi nel suo turno di battuta.
Non è stata una vittoria facile e, del resto, è stato forse più bello così per i colori azzurri e la pugliese, in grado di mettere il sigillo alla qualificazione italiana in quella Palermo che, dopo anni trascorsi ad allenarsi, è diventata a pieno titolo la sua città adottiva. Un sigillo che vale la quinta finale nelle ultime otto edizioni di Fed Cup per la formidabile squadra allenata da Barazzutti, che avrà adesso più di sei mesi per preparare la sfida alla Russia (capace nell’altra semifinale di rimontare la Slovacchia dallo 0-2 iniziale), in programma il 2 e 3 novembre. Nel frattempo, una delle magnifiche quattro, Flavia Pennetta, potrà ritrovare la forma migliore, dopo il problema al polso destro, operato lo scorso 31 agosto.
L’Italia avrà dalla sua il fattore casa e, quindi, la possibilità di scegliere la superficie più congeniale alle proprie giocatrici (non è escluso che la scelta cada nuovamente sulla terra rossa del capoluogo siciliano). L’obiettivo, a questo punto, è il quarto titolo mondiale, come ha spiegato lo stesso allenatore della nazionale al termine dell’incontro vinto da Roberta: «Questa è una grande squadra, formata da quattro tenniste fantastiche. Con la Russia non sarà semplice, ma credo che con queste ragazze possiamo farcela». E se lo dice uno che, prima di vestire i panni del tecnico, ha fatto parte della più forte squadra italiana di tutti i tempi (assieme a Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Tonino Zugarelli, vincitori della Coppa Davis nel 1976), c’è da fidarsi.