Un abbraccio
È mattina. Come sempre, accompagno i miei due bambini più grandi a scuola. Scesi dall’auto, da soli vanno verso l’ingresso, mentre con me rimane l’altra bambina che devo portare all’asilo. Sto quasi per ripartire quando, con la coda dell’occhio, vedo una signora che si avvicina a Chiara e comincia a parlarle, agitandosi vistosamente e urlando. D’istinto corro verso di loro interrompendo la sgridata. Accompagno a scuola Chiara che piange; vorrei andare dalle sue maestre a spiegare l’accaduto, ma sono troppo scossa e probabilmente direi cose cattive contro quella mamma, quindi lascio perdere. Fuori dalla scuola però, io e lei continuiamo un’accesa discussione nella quale ribadisco che non si può assalire così una bambina sola. Resto turbata tutta la giornata. Mi rendo conto che è più facile perdonare un’offesa fatta a me, ma guai a chi mi tocca un figlio… E penso a quelle parole del Vangelo: «Amate i vostri nemici». Il giorno dopo rivedo da lontano quella mamma. Sono tentata di girare al largo, ma poi le vado incontro e ci scusiamo a vicenda con un abbraccio.
L.S. – Italia