Umano e divino

A proposito del “Riparliamone” di Giulio Meazzini apparso sul n.22/2010.
arte

Complessità

«Oggi non è tanto la religione che ha paura della scienza ma certi scienziati che hanno paura di confrontarsi con Dio. Sarà pure vero che l’uomo in quanto al corpo possa derivare da alcuni primitivi ominidi, ma la cosa fondamentale è che la scienza deve confrontarsi con le scoperte degli ultimi cinquanta anni sulla biologia molecolare della cellula. Anche quella più primitiva, come quella batterica, è di una complessità stupefacente, davanti alla quale la teoria darwiniana sull’origine della vita è inadeguata».

Nunzio Nobile

 

Spiegazione

«Nel suo libro (www.genesibiblica.eu) don Guido Bortoluzzi, sacerdote veggente, dice di aver visto cose che sono una spiegazione meravigliosa dell’origine dell’universo e della natura dell’uomo. Il libro risolve l’annoso dibattito fra evoluzionisti e creazionisti, con informazioni che nessuno potrebbe mai raggiungere con mezzi umani o con la forza pur grandissima della ragione».

Nardino Carnevali

 

Perplessità

«L’affermazione “La scienza oggi ci dice che deriviamo da un ‘piccolissimo’ gruppo di ominidi evoluti, vissuti in Africa orientale” è azzardata, se non fuorviante. Si tratta di scienza o di ipotesi? Per il prof. Zichichi “sarebbe formidabile se qualcuno riuscisse a far diventare l’evoluzionismo scienza”. Questa è una materia delicata e dibattuta. La Bibbia non vuol certo insegnarci come Dio ha formato l’uomo, ma la maestosità con cui ci presenta la sua comparsa sulla scena del mondo, ad opera di Dio, fa a pugni con questa voglia esasperata che gronda da tv, riviste, giornali che descrivono l’uomo come un prodotto, magari mal riuscito e ora ingombrante, derivato da scimmie evolute. E ciò fa molto comodo a quello svuotamento in atto dai tempi della Rivoluzione francese del concetto di dignità dell’uomo che ha formato la nostra civiltà cristiana.

«Mi aspetto che Città Nuova torni sull’argomento dando ragione di diverse posizioni in materia di evoluzionismo. Anche per onestà intellettuale nei confronti di lettori che appaiono perplessi e feriti nella loro sensibilità. Non si vuol “rigettare in toto la ricerca scientifica”, ma non si può nemmeno anticiparne le conclusioni quando queste appaiono piuttosto lontane e ancora contraddittorie. Con affetto e stima immutati».

Italo Esigibili

 

Nell’articolo “Un cespuglio di cugini” (n. 15/2010) ho cercato di fornire un resoconto di quello che pensa oggi la maggioranza degli scienziati. Nell’articolo “Evoluzione alla sbarra” (n. 9/2010) avevo, invece, dato voce a chi critica il darwinismo. In “Riparliamone” (n. 22/2010), infine, ho invitato i lettori a cercare “con umiltà e tenacia” una sintesi tra rivelazione e natura. Grazie per i vostri contributi.

Giulio Meazzini

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