Ulisse, l’arte e il mito
Chi non conosce Odisseo, in latino Ulixes e in italiano Ulisse? L’ingannatore, l’astuto – cercherà di ingannare addirittura la sua protettrice, la dea Minerva –, l’inventore del cavallo di Troia? E poi l’eroe perseguitato da Nettuno e costretto a dieci anni di peregrinazioni prima di ritornare ad Itaca dalla sua Penelope?
L’irrisore del gigante Polifemo, nascondendosi sotto il falso nome di “Nessuno”, l’amante di Circe e Calipso (il maschio “libero di cacciare”) al contrario della fedelissima moglie. Ma anche l’uomo che va nell’Oltretomba, che – secondo Dante – è mai sazio di conoscere, anziché tornare a casa, continua a viaggiare cercando nuovi mondi sino a sfidare Dio. L’antichità gli ha dedicato un poema, l’Odissea, tutto imperniato su di lui, uomo dall’intelligenza lucida, ardita, feroce ed anche pietoso, ottimo affabulatore. Uomo che lotta, piange, si dispera, ma non demorde. Uomo mediterraneo e al contempo universale.
Personaggio affascinante. L’arte in ogni sua forma, fin dal secolo VII a.C. ne ha descritte le storie, prima fra tutte l’accecamento del Polifemo e poi il canto delle Sirene. Scultura e pittura, ceramica e bronzo, e poi letteratura, da Dante al Tasso a Joyce, musica, cinema e fiction. Tra i film basti ricordare l’Ulisse (1954) di Camerini con Kirk Douglas e Silvana Mangano nel doppio ruolo di Circe e Penelope, la serie televisiva degli anni Sessanta con una splendida Irene Papas come Penelope, dal Kubrick di 2001 Odissea nello spazio, al capitano Acab di Moby Dyck, fino ai film storici recenti fra cui l’americano Troy. Quante opere per un uomo dai mille volti, dal “multiforme ingegno” come lo chiama Omero, protagonista di numerose saghe antiche, di cui ce ne è arrivata solo una parte.
Le sale dell’ex convento di san Domenico a Forlì presentano una gigantesca rassegna di 250 opere dall’antichità ad oggi, divise in sedici sezioni. Ecco l’Ulisse di Sperlonga (I secolo) immagine simbolo della rassegna e poi i lavori di Rubens, Beccafumi, Botticelli, le miniature dell’Inferno dantesco insieme agli affreschi romani del I secolo, i busti di Omero e le statue di Venere, senza contare la storie dei meravigliosi Vasi greci con le scene dell’Iliade e dell’Odissea. E poi gli affreschi dei Carracci, le tele di Turner, Fussli e De Chirico, il cavallo di Mimmo Paladino e la scultura di Arturo Martini. Apre la mostra un gioiello archeologico: la nave del V secolo a.C. trovata nel 2003 nel mare di Gela e naturalmente il documentario su Sky-Arte in onda per tutta la durata della mostra.
Perché visitare questa rassegna ricca, didattica e piacevole da vedere e da conoscere? Il motivo è semplicissimo: da secoli Ulisse è con noi in ogni forma d’arte. Perché tanta diffusione? Egli è tutti noi o quello che ciascuno di noi, al suo meglio, vorrebbe essere. Quello che Dante aveva capito (e i greci prima di lui): l’uomo è fatto per la virtù e la “conoscenza”, non per essere un “bruto”. Dagli abissi dell’oceano al cosmo stellato, agli altri mondi possibili. Chissà, oggi sarebbe il più coraggioso e carismatico degli astronauti. Un esploratore libero. Da non perdere.
Fino al 21 giugno (catalogo Silvana Editoriale) immagini: www.studioesseci.net