Uj Vàros, 19 anni di fraternità e unità

Nel 1989 è crollato il muro di Berlino. Pochi mesi prima, durante una Mariapoli in Ungheria, era comparso il primo numero di Új Város. Tra la gioia indescrivibile degli 800 partecipanti, avevamo finalmente il nostro giornale, la Città nuova ungherese, pur piccola. Quelle 12 pagine in formato A5 contenevano la Parola di Vita, una presentazione del movimento, un’esperienza e la storia di Marilen, una delle prime compagne di Chiara Lubich. In quell’epoca di cambiamenti politici si avvertiva nelle persone non solo l’anelito ad una società più giusta e libera, ma anche in tanti cuori una sete di valori spirituali. E tra questi una via collettiva per andare a Dio attraverso l’uomo, insieme con altri fratelli: una rivoluzione d’altro genere in un Paese come il nostro, che 50 anni prima aveva già conosciuto una rivoluzione. Nella Chiesa del silenzio incominciava una nuova epoca: s’imparava a comunicare dai tetti. C’era la sete di sentirsi uniti, di mettere in comune tra di noi il lavoro che Dio iniziava a fare nelle nostre persone. Già dagli inizi degli anni Ottanta nell’unico settimanale cattolico lavorava una nostra giornalista la quale ci aiutava a far uscire la Parola di Vita ogni mese. Venne poi la volta della prima focolarina ungherese che diede il meglio di sé in 10 anni di lavoro intenso come traduttrice. Consideriamo entrambe, ora in cielo, le nostre protettrici. Soltanto dal 1998 la redazione è dotata di una persona che vi lavora stabilmente. Tutti gli altri offrono lavoro volontario. Nella misura in cui cresce fra noi la comunione, aumenta di numero lo staff, come pure la professionalità, e aumentano i collaboratori. Grazie a ciò vengono pubblicati sempre più articoli riguardanti eventi locali che riflettono la realtà attuale ungherese. Abbiamo collaboratori anche all’estero (come a Mosca). E desideriamo alimentare lo spirito di famiglia tra di noi facendo le cose con coscienza ed attenzione ai vari suggerimenti. Per esprimerci al meglio stiamo rivedendo anche la veste grafica col coinvolgimento dei giovani. È poi motivo di gioia particolare sapere che Új Város raggiunge anche i molti ungheresi che vivono oltre confine, in Transilvania, Slovacchia, Ucraina e Voivodina (Serbia). Pur essendo un piccolo strumento, ci impegniamo a concorrere a realizzare fra le nazioni quell’unità e quella riconciliazione che nella storia passata sono mancate. L’anno scorso, insieme al 50° della rivoluzione d’Ungheria, si festeggiava la nascita di una nuova vocazione nel Movimento dei focolari e nella Chiesa: i volontari di Dio. Per l’occasione abbiamo pubblicato articoli per diffondere la cultura dell’unità, attraverso esperienze vissute nella nostra società divisa a motivo di tante tensioni. Quest’anno, con il 25° della nascita del primo focolare in Ungheria, vengono in rilievo tanti episodi particolari che vorremmo condividere fra tutti, anche mediante la nostra rivista.

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