Uganda, una legge contro le mutilazioni genitali femminili
Annunciata dal presidente Museveni l'approvazione di una norma che bandisce questa pratica, condannata anche dall'Onu come violazione dei diritti umani.
L’Uganda voterà presto una legge che mette al bando le mutilazioni genitali femminili, ancora diffuse nella zona orientale del Paese. Lo ha annunciato il presidente Yoweri Museveni, accogliendo la risoluzione approvata l’anno scorso dalle Nazioni Unite che dichiara le mutilazioni genitali una violazione dei diritti umani. Museveni ha annunciato in un comunicato: «Nel modo in cui Dio l’ha plasmato, non c’è alcuna parte del corpo umano che sia inutile. Invece voi interferite con il lavoro di Dio. Alcuni dicono che faccia parte della cultura. Io supporto la cultura, ma quella cultura che è utile e basata su dati scientifici». Le mutilazioni consistono nella parziale o totale rimozione dei genitali esterni femminili, aumentando il rischio di trasmissione dell‘Hiv e i tassi di mortalità infantile e materna. Circa 3 milioni di giovani donne ogni anno vengono costrette a subirle, sia come forma di controllo della sessualità fuori dal matrimonio, sia come iniziazione alla maturità. Le mutilazioni sono praticate in 28 Paesi africani, e l’ONU stima siano tra 100 e 140 milioni le persone che le hanno subite.
RL_Città Nuova_Italia_2009/07/17