Udine, concesso il patrocinio alla partita Italia-Israele

Il sindaco De Toni ha rivisto la decisione precedentemente presa dalla giunta comunale, legandola ad un progetto di educazione alla pace. La città intanto si prepara ad una giornata, lunedì 14 ottobre, che vedrà sia la partita che il corteo pro Palestina
Un'immagine della facciata del nuovo stadio di Udine, dove si giocherà la partita Italia-Israele, realizzata per l'Udinese calcio dallo studio Archea associati di Firenze nel 2016. ANSA/ US STEMAX EVENTI/ PIETRO SAVORELLI

Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire: così è infatti in un certo senso stato per la questione del patrocinio inizialmente negato dal Comune di Udine alla partita Italia – Israele prevista per il 14 ottobre, motivando la decisione con il fatto che Israele è uno Stato in guerra e che il regolamento comunale prevede la concessione di patrocinio solo ad iniziative benefiche o comunque di particolare interesse per la città, ed ora invece concesso dopo una lunga serie di polemiche.

Quanto peso possano aver avuto polemiche e pressioni – a chiedere il patrocinio era stata la Fgic, e la stessa Regione Friuli Venezia Giulia si era poi dissociata dalla decisione del sindaco Alberto Felice De Toni -, difficile dirlo; fatto sta che il primo cittadino di Udine ha convocato una conferenza stampa per spiegare il perché e il come è ritornato sulla sua decisione, premettendo di essersi trovato in difficoltà perché concedere il patrocinio sarebbe stato visto come un parteggiare per Israele, mentre non concederlo è stato viceversa interpretato come un prendere le parti della Palestina. Difficile dunque mantenere una posizione di neutralità «intesa non come equidistanza ma come equi-vicinanza», per usare le parole di De Toni stesso.

Si erano quindi cercate diverse soluzioni per dare al patrocinio comunale alla partita anche una veste benefica e di solidarietà, tutte però vanificate dall’aggravarsi della situazione mediorientale; e si è così optato, d’accordo con tutte le parti in causa (tra cui la Fgic e il ministero dello Sport), per legare la cosa all’organizzazione di un evento di educazione alla pace in collaborazione con il progetto Rondine.

Il progetto è stato avviato dall’associazione “Rondine – Cittadella della Pace”, fondata ad Arezzo nel 1997 da Franco Vaccari sulla scia di un impegno di mediazione di pace in Cecenia; e da allora continua ad operare per la costruzione della pace in diversi contesti, in particolare tramite percorsi di formazione. Uno di questi, rivolto alle scuole, è attivo per l’appunto in un liceo udinese; e si è quindi colta l’occasione per legare l’evento sportivo, il patrocinio comunale e l’educazione alla pace.

A dare il proprio sostegno a questa soluzione è stato anche l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, che ha accolto l’invito di Vaccari stesso ad unirsi all’iniziativa; così come sono state invitate diverse comunità religiose, realtà della società civile e rappresentanti istituzionali.

Non sono tuttavia ancora stati resi noti i dettagli di che cosa e quando verrà esattamente organizzato; il che ha esposto naturalmente il fianco ad altre critiche, in particolare da parte del gruppo di Alleanza Verdi Sinistra in Consiglio comunale, che ha ribadito la propria posizione contraria alla concessione del patrocinio e la propria adesione al corteo pro Palestina, che si terrà in città appena prima della partita lunedì 14 ottobre. Una concomitanza che già fa parlare di “città blindata” per il fervere dei preparativi da parte delle forze dell’ordine, al fine di garantire la sicurezza, sebbene corteo e partita si tengano in luoghi diversi.

Anche da parte della Regione, tuttavia, dopo le prime parole di apprezzamento per la concessione del patrocinio sono arrivati i distinguo in merito all’iniziativa con il progetto Rondine: un atto che, dicono da piazza Unità, se finisse per essere “compensativo” e “discriminatorio” nei confronti di Israele non verrebbe in alcun modo appoggiato dalla giunta Fedriga.

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