Ucraina, Poroshenko nuovo presidente

I sondaggi non lasciano dubbi: ha vinto il magnate del cioccolato, sostenuto dagli “euromajdan”. Il primo dossier sul suo tavolo sarà ovviamente la situazione all’Est del Paese. Dal nostro corrispondente
Poroshenko

La partecipazione al voto in Ucraina è stata da record: mai prima d'ora si erano raggiunti numeri tali di partecipazione. L’Ucraina ha risposto in questo modo a chi sostiene che sia un Paese antidemocratico, ottenendo una partecipazione popolare superiore a quella che è stata ottenuta in tanti Paesi della Ue per le elezioni al Parlamento europeo. Gli ucraini si sono resi conto dei valori che stanno alla base della civiltà europea ed hanno voluto farli propri: libertà, democrazia, diritti umani, dignità della persona. La democrazia non è sinonimo di status quo, ma è una battaglia costante, sembra voler dire il voto ucraino.

All'indomani delle elezioni, i sondaggi danno Poroshenko (nella foto) oltre il 55per cento, contro il 12-13 alla sua principale avversaria, Yulia Timoshenko, che ha già riconosciuto la sconfitta. Più staccati gli altri, con Lyashko fermo all’8 e Grytsenko al 6,3 per cento. Per non parlare degli altri 17, tra cui gli estremisti Dmytro Yarosh (Pravy Sektor) e Oleh Tyahnybok (Svoboda), riportati (almeno dagli elettori) ad un ruolo marginale, rispettivamente allo 0,9 e 1,3 per cento.

Poroshenko è stato uno dei leader della Majdan ed in qualche modo questo voto ha confermato che l’Ucraina intera ha supportato le manifestazioni di Piazza Indipendenza, smentendo coloro che sostenevano che quello della Majdan è stato un fenomeno creato dagli Stati Uniti e supportato solo da poche centinaia di nazisti paramilitari.

«Il mio primo viaggio sarà nel Donbass separatista», ha annunciato il Re del cioccolato, dopo aver conosciuto i dati degli exit poll. «Gli ucraini hanno sostenuto la scelta dell’integrazione con l’Europa», ha aggiunto. Ora bisogna «mettere fine alla guerra e portare la pace in Ucraina». Ma, ha assicurato il magnate, non sarà riconosciuta l’annessione della Crimea alla Russia, né il referendum separatista nell’Est del Paese: «Avremo un Paese unitario, e non federale», ha dichiarato, anche se numerose erano state anche in campagna elettorale le sue aperture verso il decentramento e le autonomie.

In Ucraina l’amministrazione di Donetsk ha reso noto che nella città tutti i seggi erano rimasti chiusi, mentre nella regione attigua ne erano rimasti aperti solo 426 su 2.430.I ribelli che avevano dichiarato l’indipendenza delle regioni di Donetsk e Lugansk, avevano in effetti annunciato nei giorni scorsi che non avrebbero permesso il voto, descrivendolo come elezioni «di un Paese vicino». Gli insorti hanno sequestrato o bloccato gli uffici elettorali e intimidito funzionari e votanti. Le due regioni hanno inoltre proclamato la loro unione in un nuovo Stato.

 

Moderazione ed equilibrismosaranno necessari a Poroshenko per permettere all’Ucraina di andare avanti tra filo-russi ed estrema destra, tra Uee Russia, tra fallimento dello Stato e Fmi, tra guerra e pace. La sua posizione ricorda la metafora della bicicletta, spesso usata dalle nostre parti per l’Unione europea: «Per stare in equilibrio deve avanzare, altrimenti cade». Solo avanzando in termini di legittimità e diventando presidente di tutti gli ucraini Poroshenko potrà stare in sella. Altrimenti è destinato a cadere, e con lui tutto il Paese.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons