Ucraina, la giornata delle domande

Sulla guerra in Ucraina si sa poco, si sa male, si deve fare la scelta tra notizie vere e notizie false. La paura annebbia la ragione. È l’ora delle domande, con pochissime risposte, ma con qualche certezza. Si spera, questo sì, che tutto finisca presto
Ukrainian soldiers take positions in downtown Kyiv, Ukraine, Friday, Feb. 25, 2022. Russia pressed its invasion of Ukraine to the outskirts of the capital Friday after unleashing airstrikes on cities and military bases and sending in troops and tanks from three sides in an attack that could rewrite the global post-Cold War security order. (AP Photo/Emilio Morenatti)

Mentre le operazioni militari continuano in tutta l’Ucraina (particolarmente colpite Kiev, Odessa e Mariupol, persino Chernobyl); mentre cominciano a circolare cifre non verificabili delle vittime della guerra (167 ucraini e 800 russi morti, secondo Kiev); mentre le diplomazie internazionali paiono bloccate come vecchi carri armati senza più benzina nei serbatoi… dalla guerra ucraina vengono fuori solo domande, tante domande, a cui si potrà rispondere solo a giochi fermi, cioè chissà quando. Si possono solo azzardare risposte con un’infinità di distinguo. Ad esempio…

Come va la guerra? Non si sa veramente. Quello che appare è una grande offensiva sovietica, su scenari diversi e con armi diversificate, approfittando della scarsa capacità militare di resistenza dell’Ucraina e dell’impossibilità per gli Occidentali di intervenire, se non scatenando un conflitto di dimensioni epocali. Putin da anni stava costituendo una rete di sabotatori interni che sono entrati in opera con un piano strategico ben definito, non appena le ostilità sono cominciate dall’aria (soprattutto), dal mare (contro Odessa e Mariupol, porti essenziali per il grano e le armi) e dalla terra, Bielorussia compresa. Per questo gran parte della resistenza ucraina è stata disarmata in poco tempo.

Perché la resistenza ucraina sembra sciogliersi al sole? Gli arsenali ucraini sono limitati, l’esercito non è solido, le armi non potevano arrivare dall’Occidente per non irritare il Cremlino. In realtà delle forniture di armi sono arrivate, ovviamente senza alcuna pubblicità, ma Mosca lo ha saputo. Già nel 2014, all’epoca della Maidan, gli Stati Uniti avevano inviato mezzi, soldi e rifornimenti di vario genere per sostenere la rivolta contro il governo filosovietico, che di lì a poco cadde. Probabilmente questa è stata una delle “spine irritative” che hanno spinto Putin all’azione. C’è inoltre da considerare come l’esercito ucraino si sia sfibrato negli ultimi otto anni nella guerra guerreggiata del Donbass.

Un nuovo Vietnam? C’è chi paventa una guerra civile lunga e sanguinosa dopo l’invasione russa. Non ci sono elementi per dire che un nuovo Vietnam, o un nuovo Afghanistan, si aprirà alle porte dell’Unione europea. Difficile fare previsioni, anche se una certa resistenza è prevedibile.

Quando finirà la guerra? Chi lo sa. Può darsi che l’azione di Putin sia soprattutto dimostrativa, capace di impressionare l’Occidente anche approfittando di notizie fake che circolano ovunque, avendo messo un intero Paese (e anche un continente) nel panico. Gli osservatori militari parlano di qualche settimana di azioni militari. Lo scenario peggiore sarebbe quello di un allargamento del conflitto ai Paesi bellici, volontà che taluni attribuiscono alla mente malata di Putin. Ma in quel caso scoppierebbe la Terza guerra mondiale, non più “a pezzi” ma solida e dai rischi spaventosamente alti per il possibile uso del nucleare.

Nucleare, appunto? Putin ha lasciato trapelare la possibilità di usare tutti gli arsenali a disposizione della Russia, compreso quindi quello nucleare. Se ciò accadesse, sarebbe l’umanità intera a rischiare. Sembra di poter dire che i migliori antidoti al nucleare siano proprio i militari, di tutte le parti in causa, che sanno bene quanto la guerra diventerebbe aleatoria nel caso dell’uso dell’arma più potente che esista, che richiamerebbe ogni sorta di controreazione.

Putin ha imbrogliato tutti? Sembra proprio che le cose siano andate così. Pur continuando a incontrare leader di mezzo mondo, pur accusando l’Occidente di «isteria», in effetti Putin ha imbrogliato tutti. Il che la dice lunga anche sulla sua psicologia personale, più vicina al cinismo vetero-sovietico che alla chiaroveggenza degli statisti veri.

Il presidente russo è veramente un genio, come dice Trump? Certamente l’intelligenza tattica e strategica dell’inquilino del Cremlino è superiore alla norma. Ha già dato prova di saper gestire situazioni complicatissime usando un mix di menzogna, astuzia, cinismo (appunto) e tatticismo. Basti vedere quel che ha fatto in Siria, dove ha vinto la guerra (finora) con pochi investimenti e avendo la possibilità di inviare truppe sul terreno e non combattendo solo guerre di droni e di intelligence. In quanto alla genialità, beh, meglio lasciare ad altri il giudizio.

Le sanzioni approvate dall’Unione europea sono blande? Sì e no. Certamente all’interno dell’Unione si sono confrontati due schieramenti, i rigoristi (soprattutto i Paesi ex-sovietici o ex-Patto di Varsavia) che volevano che fossero bloccati per tutti i russi i pagamenti del sistema Swift (le carte di credito più note per intenderci, oltre ai bonifici bancari) e fossero chiusi i gasdotti verso la Russia; e i diplomatici (soprattutto Germania, Italia e seppur con qualche distinguo la Francia), cioè coloro che non vogliono interrompere un pur minimo canale diplomatico rimasto aperto con Mosca. Diplomatici che, soprattutto, non volevano fare harakiri chiudendo quel gas che sta sostenendo la ripresa economica post-pandemia. Hanno per il momento vinto i diplomatici, che pure hanno posto forti sanzioni sulle tecnologie avanzate e sulle transazioni bancarie in partenza dalle grandi banche russe. Non sono ancora state comminate sanzioni “ad personam”, cioè contro Putin o Lavrov, o i grandi uomini d’affari russi (salvo eccezioni, come ha fatto la Gran Bretagna), ma probabilmente ci si arriverà. La guerra delle sanzioni è appena cominciata.

E gli Stati Uniti? Hanno già raggiunto un obiettivo, quello di aver anticipato l’invasione. I moniti di Biden ascoltati oggi hanno un altro peso rispetto a ieri: «Ve l’avevo detto…». Ora Washington è in pressing sull’Unione europea per assestare una «mazzata letale» alla Russia, agendo sulle leve economiche. Ma Biden non tiene conto che le transazioni economiche tra Russia e Unione europea sono ben maggiori di quelle Usa-Russia. I servizi segreti statunitensi, che hanno sostenuto le rivolte scoppiate dopo la caduta del Muro di Berlino in Ucraina, nei Paesi Baltici, poi in Georgia e Armenia, e infine in Kazakistan, forse potranno diventare più sistematiche e alla luce del sole, ma in un clima di guerra esplicita. Quindi molto più pericolosamente.

La Cina… Poco trapela, al solito da Pechino, dopo il monito ai contendenti di moderare le proprie mosse militari. È di ieri, comunque, la notizia di un cospicuo acquisto di grano russo da parte dei cinesi, per compensare le prevedibili diminuzioni di acquisti occidentali. Intanto proprio il prezzo del grano è salito alle stelle… Pechino, comunque, non sembra voler una guerra generalizzata.

Il gas continua ad arrivare in Europa? Per il momento sì. Ma è possibile che a questo punto sia la Russia stessa a chiudere i rubinetti, pur cosciente che questo porterà al crollo delle sue entrate. Negli ultimi 15 mesi il bottino dei russi, dovuto all’aumento dei corsi del gas e del petrolio, probabilmente può permettere a Mosca di permettersi una chiusura di qualche mese. Le ripercussioni in Europa sarebbero elevate, anche se le riserve sono al massimo possibile attualmente. Prima di un paio di mesi, le conseguenze probabilmente si farebbero sentire in modo limitato, anche per l’arrivo della stagione primaverile.

È in arrivo un’ondata di rifugiati ucraini? È una delle grandi questioni del momento. Sembra che i russi non stiano impedendo la fuga di tanti verso Occidente. L’ondata potrebbe arrivare alle frontiere entro poche ore. Cosa farà l’Europa? Accetterà di accoglierli? Tra l’altro, la Russia sarebbe ben contenta di sbarazzarsi di tanti antirussi ucraini. Verranno anche da noi? Certamente in Italia esiste una forte colonia di ucraine, soprattutto donne, che ovviamente faranno di tutto per accogliere i loro parenti. Affare da seguire attentamente.

Chi soffre? Possiamo lamentarci quanto vogliamo, ma chi soffre al solito è chi è sul terreno. Gli ucraini che non amano Mosca sono in grandi difficoltà, in preda al panico collettivo, senza un governo che possa rassicurare, con l’impressione di essere abbandonati dall’Occidente nel momento della prova. Gli ucraini che amano Mosca sono anch’essi in sofferenza, per le “deportazioni” che tanti di loro hanno subito verso la Russia ma soprattutto perché in massima parte si trovano nei luoghi di combattimento. La maggioranza della popolazione che vive in Ucraina e vorrebbe invece una convivenza “potabile” e democratica coi russi, come d’altronde è in atto da secoli e decenni: sono smarriti, e in gran parte stanno accentuando la loro diffidenza nei confronti di chi li sta aggredendo.

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