Ucciso un casco blu dell’Onu
Un casco blu è stato ucciso e altri dodici operatori delle forze di pace delle Nazioni unite sono stati feriti lunedì 9 ottobre nell’attacco dei ribelli ugandesi dell’Adf a una base dell’Onu situata nel territorio di Beni, tra Kamango e Mbau, secondo il portavoce dell’operazione Monusco (Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo), Florence Marchal. Inoltre, i testimoni parlano di un veicolo blindato del Monusco che sarebbe stato gravemente danneggiato, aggiungendo che i ribelli dell’Adf sarebbero poi fuggiti verso Est.
L’attacco arriva dopo la battaglia tra le forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (Fardc) e le Forze Democratiche Alleate (Adf) provenienti dall’Uganda, battaglia che aveva avuto luogo alla vigilia, l’8 ottobre. Dopo aver ucciso circa 20 civili due giorni fa, questo gruppo ha attaccato i rappresentanti dell’operazione Monusco, a circa trenta chilometri dalla città di Beni.
Questa regione, in realtà, è un focolaio di conflitti armati da decenni. I ribelli islamisti ugandesi sono molto attivi. L’Adf è presente all’Est di questo grande Paese africano centrale dal 1995 e viene accusato dal governo congolese e da Monusco di essere responsabile di attentati e omicidi mirati, che hanno ucciso almeno 700 persone nella regione di Beni dall’ottobre 2014.
Sfruttando, senza dubbio, la relativa calma che era stata prevista per alcuni mesi nella regione, hanno intrapreso una incursione già venerdì scorso, quando un gruppo fortemente armato dell’Adf aveva lanciato un attacco a sorpresa contro quattro posizioni militari della Fardc nel Parco Nazionale di Virunga, a est di Beni. E sabato 7 ottobre, gli autobus, i camion, le auto e le moto diretti a Mbau, nei pressi del confine ugandese, sono caduti in ripetuti agguati tesi da questi ribelli islamisti ugandesi. Circa 20 persone sono state così massacrate e i veicoli sono stati bruciati. Da allora sono scomparse altre venti persone.