Tutto parte dall’amore
Nel 1996 un gruppo di Vescovi, amici del Movimento dei Focolari, incontra Chiara Lubich per un dialogo sulla spiritualità dell’unità. Riportiamo due risposte spontanee, che trascriviamo direttamente dal parlato.
Chiara, com’è conciliabile la spiritualità del Movimento con quella dei diversi Ordini religiosi? Come si concilia il carisma dell’unità con gli altri carismi? E che effetti porta negli Ordini religiosi?
«Noi abbiamo visto che han fatto parte del Movimento, da sempre, dall’inizio, anche religiosi e religiose. E poi si è posto questo problema: come si conciliano queste due spiritualità? È un problema? E abbiamo visto che non è così.
Il fatto sta qui: che la spiritualità del Movimento punta su due principi: l’unità, che secondo Paolo VI è la sintesi del Vangelo, è la suprema volontà di Dio, l’unità; e Gesù Abbandonato che è il colmo [culmine] della sua sofferenza.
«Ora, nell’unità e in Gesù Abbandonato ci stanno dentro tutte le altre spiritualità, che puntano su altri particolari di Gesù, ma non così universali come questo. Per esempio sulla povertà, sull’obbedienza come i gesuiti, sulla povertà come i francescani, su…, non so, altri particolari di Gesù: Betania, ecco la visita di Gesù a Maria, o altri particolari; le stigmate: punta sulle piaghe di Gesù lì, o il Sacro Cuore sul cuore di Gesù, o altri particolari. Son tutti gli Ordini meravigliosi religiosi che son venuti fuori, per cui noi vediamo la Chiesa come un grande Cristo dispiegato nei secoli e anche nel mondo, perché questi religiosi poi sono sempre… ogni carisma è tanto universale e poi si trovano un po’ in tutto il mondo.
«La spiritualità che cosa fa allora? Perciò la spiritualità nostra mette in moto le potenzialità che hanno queste altre spiritualità, e aggiunge anche dei valori nuovi. Per esempio, tanti Ordini religiosi non hanno l’aspetto ecumenico, non hanno l’aspetto delle altre religioni, o il dialogo con i lontani, perché sono nate prima del Vaticano II.
Noi, con il nostro contatto attraverso i nostri religiosi, portiamo dentro in queste regole, in queste pratiche che fanno i religiosi, anche questi particolari che servono al rinnovamento di quell’Ordine, per adattarlo meglio ai tempi presenti.
«Gli effetti? Gli effetti sono molteplici, enormi sono gli effetti, perché in genere ci dicono questi religiosi e anche le religiose – sono tantissime: 57.000 le nostre religiose -, dicono che hanno riscoperto il loro fondatore; amando si vede che capiscono il loro fondatore. Riscoprono le loro regole, il valore di ogni particolare della regola; riscoprono i superiori, per cui si mettono in unità profonda con i superiori, perché chi…, in certo modo: chi ascolta voi ascolta me, perché sono legati anch’essi alla Chiesa. Riscoprono i fratelli e cercano di stabilire la presenza di Gesù in mezzo nei conventi e poi si moltiplicano le vocazioni; quanti Ordini ci dicono che hanno adesso decine e decine di ragazzi o ragazze, ecc., che sono nate in seguito all’aver praticato la spiritualità del Movimento.
«Poi ci sono grandi sviluppi nelle missioni. Poi è venuto questo: che i superiori affidano tanti compiti a queste persone perché sentono che sono fedeli. E c’è anche…, porta questo spirito ad una comunione fra gli Ordini religiosi. Loro vedono qui in casa, in questi stessi giorni, che ci sono religiosi di tanti, tanti ordini religiosi, tutti uniti insieme, perché questa spiritualità porta anche l’unità fra gli Ordini.
«Ciò che ai miei tempi, quando ero… iniziavo il Movimento, non c’era questo, assolutamente! Mi ricordo anche nello stesso Ordine francescano, fra i tre rami francescani non c’era una grande armonia, insomma, ecco. Mentre adesso si collegano tutti, perché dicono: se Gesù in mezzo sta tra due persone, può stare anche fra un carmelitano e un domenicano; perché non può starci? E Lui stando in mezzo illumina il carmelitano sulla sua vocazione maggiormente e illumina il domenicano maggiormente sulla sua vocazione.
«Ma poi anche si aprono questi degli Ordini religiosi, anche all’unità con il clero secolare, e anche all’unità con i laici soprattutto impegnati, per cui si sentono pur nel loro particolare parte viva della Chiesa, perché sono uniti anche con tutti questi altri.
Questi sono gli effetti della spiritualità del Movimento negli Ordini religiosi»
Chiara, che cosa sono i cosiddetti “7 aspetti” nella spiritualità del Movimento?
«I 7 aspetti nella spiritualità del Movimento sono questo: per capirli bisogna ricordarsi di una frase di san Giovanni della Croce che dice che Dio è da paragonarsi a un focolare, la cui luce si spiega in 7 colori.
Noi invece abbiamo capito da tanto tempo, poi è stato tutto approvato negli statuti della Chiesa, abbiamo capito che anche l’amore aveva tante manifestazioni, tanti aspetti.
«Per esempio: l’amore mette tutto in comune: cose spirituali e cose materiali; l’amore è diffusivo per se stesso: ecco il vero apostolato; l’amore eleva: ecco la preghiera, l’unione con Dio e tutte le preghiere che noi dobbiamo fare, ecc.; l’amore – dice ancora san Giovanni della Croce – è la salute dell’anima, e noi curiamo quella e anche la salute del corpo, il più possibile e tutto questo, tutta la problematica del corpo, la morte, le malattie, tutte queste cose. Poi l’amore crea l’assemblea, chiama all’assemblea: ecco allora il vivere la Chiesa, ma anche tutti gli aspetti esterni a questo vivere, i raccoglitori della Chiesa, per così dire: case, chiese, grandi sale, ecc., centri come questo qua.
«Poi l’amore, oltre che radunare in assemblea, genera la sapienza, perché chi ama poi finisce con l’avere la sapienza, qui ci sono tutti gli studi, dagli studi più alti agli studi più semplici, come il catechismo, e dagli studi anche alla contemplazione. Poi l’amore, ancora, genera l’unità, e queste sono le comunicazioni che abbiamo noi, abbiamo fra noi.
«Abbiamo osservato che questi aspetti ci sono in tutti gli ordini religiosi, ci sono, perché tutti hanno una certa comunione di beni; tutti hanno un certo apostolato loro tipico; tutti hanno un certo itinerario spirituale per portare avanti le anime; tutti badano alla salute dei loro membri; tutti badano alle case, alle chiese, ai vestiti che loro portano, ecc.; tutti hanno degli studi; e tutti si tengono anche collegati con lettere, con bollettini, ecc.
«Quello che porta di nuovo il Movimento in questo campo, è che fa partire tutto dall’amore: è l’amore che unisce, è l’amore che eleva, è l’amore che crea l’assemblea, è l’amore… Parte tutto dall’uno.
Non sono tante cose spezzate, come qualche volta si pensa: adesso mangio poi vado a fare apostolato; ecco, sembrano due cose. Invece l’amore mi fa sia mangiare, sia irradiare, ecco».