Tutti contro tutti
Le ultime indagini “politiche” della magistratura, che seguono vari filoni, e che coinvolgono questa volta uomini vicini all’ex-presidente del consiglio Renzi (dal padre Tiziano a Denis Verdini, da Luca Lotti all’imprenditore Marroni), ma non solo, stanno riportando alla luce il sottobosco della corruzione che implica uomini politici, bancari, costruttori, e più in generale i “procacciatori d’affari”. Al solito sono implicati i cosiddetti “faccendieri” che tanti danni stanno portando alla politica italiana da decenni in qua. Questa volta è coinvolto nelle indagini quell’Alfredo Romeo già conosciuto alle cronache giudiziarie napoletane, e non solo.
Innanzitutto la cautela è d’obbligo, perché molto spesso queste indagini – per fare un esempio il filone napoletano che coinvolgeva Alfredo Romeo e alcuni politici partenopei – finiscono con un nulla di fatto, con l’assoluzione per non aver commesso il fatto, se va bene con prescrizioni. Cautela necessaria, anche perché è in corso una battaglia politica di prim’ordine, e senza esclusione di colpi, in vista delle elezioni prossime. Con tutta probabilità siamo in presenza di una battaglia a colpi di “dossier”. Il “dossieraggio” è un male gravissimo della nostra politica, iniziato in epoca democristiana e peggiorato in quella post-democristiana.
In questi frangenti mantenere i nervi saldi, nelle forze politiche intendo, non lasciarsi andare a chi la spara più grossa, è non solo un modo per evitare contraccolpi interni, ma anche per conquistare la fiducia dei cittadini onesti, coloro che vorrebbero una politica lineare, non corrotta, per il bene comune. Mantenere i nervi saldi è il modo migliore per combattere i populismi di ogni bordo. È la via maestra per favorire le vere indagini della magistratura, senza complicarle con continue nuove rivelazioni, con demonizzazioni, con “dossieraggi” appunto. Che luce (giudiziaria) sia fatta, ma non fateci assistere a quel “tutti contro tutti” che allontana i cittadini onesti dalla politica.