Tutti cianobatteri!

Il contributo di semplici organismi unicellulari per la conservazione del nostro mondo ci interroga sulle nostre scelte di vita. Articolo pubblicato sul numero di dicembre 2020 di Città Nuova

La storia del nostro pianeta è la storia delle relazioni tra le sue parti. Concentriamoci su tre di esse: atmosfera, organismi viventi e umanità. 2,5 miliardi di anni fa, l’ossigeno non era presente nell’atmosfera e la vita umana non sarebbe stata possibile. Poi, grazie al piccolo contributo di innumerevoli e (apparentemente) insignificanti semplici organismi unicellulari – i cianobatteri – l’aria si è arricchita di ossigeno fino ad assumere la sua composizione attuale. Questo è un esempio
di effetto positivo degli organismi viventi sull’atmosfera, almeno dal nostro punto di vista.
Più recentemente, si è iniziato a formare il carbone dalle foreste morte (circa 350 milioni di anni fa) e il petrolio dai microrganismi morti (circa 100 milioni di anni fa). Grazie a questi processi, gli organismi viventi hanno sequestrato l’anidride carbonica dall’atmosfera.

A partire dal XIX secolo, l’umanità ha bruciato in modo massiccio il carbone e il petrolio, ripristinando l’anidride carbonica nell’atmosfera, causando alla fine il riscaldamento globale. In questo caso, l’effetto dell’uomo sull’atmosfera è stato negativo, sempre dal nostro punto di vista. L’11 settembre 2020 è stato pubblicato su Science, un’importantissima rivista scientifica, un grafico che mostra che, se non si riducono le emissioni di gas serra, le calotte di ghiaccio continentali scompariranno entro il 2100 e quelle polari entro il 2300: il clima tornerà indietro di circa 50 milioni di anni. La Terra sopravvivrà, ma le conseguenze sull’umanità saranno gravi in termini di eventi meteorologici estremi, inondazioni, siccità e innalzamento del livello del mare: non abbiamo molto tempo per affrontare la sfida di ripristinare relazioni armoniose tra l’umanità e le altre parti del nostro pianeta.
Ma perché continuiamo a bruciare combustibili fossili? Il motivo è stato spiegato da papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’ del 2015 e riassunto il 3 maggio 2019 nel suo discorso ad alcuni rappresentanti dell’industria mineraria: «Le precarie condizioni della nostra casa comune sono dovute principalmente a un modello economico che è stato seguito per troppo tempo. È un modello vorace, orientato al profitto, con un orizzonte limitato, e basato sull’illusione della crescita economica illimitata. Sebbene noi assistiamo spesso al suo disastroso impatto sul mondo naturale e sulla vita della gente, siamo ancora restii al cambiamento».
Quindi la responsabilità è di chi detiene il potere politico ed economico? Non solo. Occorre il contributo di tutti, come ha scritto il papa al convegno internazionale di EcoOne del 2020: «Il raggiungimento di un’ecologia integrale richiede una profonda conversione interiore, a livello sia personale che comunitario. Mentre esaminate le grandi sfide che dobbiamo affrontare in questo momento, inclusi i cambiamenti climatici, la necessità di uno sviluppo sostenibile e il contributo che la religione può dare alla crisi ambientale, è essenziale rompere con la logica dello sfruttamento e dell’egoismo e promuovere la pratica di uno stile di vita sobrio, semplice e umile». In un altro messaggio a un convegno internazionale di EcoOne, quello del 2005, Chiara Lubich scriveva: «… l’uomo dotato d’intelligenza, con la sapienza che penetra nel mistero, dovrebbe inserirsi e collaborare alla realizzazione del disegno unitario di Dio sull’universo. La sua creatività, il suo lavoro lo devono rendere partecipe dell’opera del creatore. Ma bisogna essere l’Amore per tessere il filo d’oro fra gli esseri. Il progresso dell’uomo è intimamente legato al progresso dell’ambiente in cui vive e da cui è condizionato. L’uomo non è il centro del cosmo: lo è Dio. Non azzardiamoci ad andare contro Dio! Troveremmo la Morte. Se invece il fine dell’uomo non sarà l’interesse economico, l’egoismo,
ma l’amore per gli altri uomini e per la natura, con il suo contributo la Terra si trasfigurerà fino a divenire un paradiso terrestre».
E se provassimo a essere tutti cianobatteri e a riempire con l’ossigeno dell’amore l’aria – a volte
irrespirabile – della nostra società?

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons