Tutta l’Umbria in una mostra

Fino al 10 giugno una rassegna da non perdere alla Galleria Nazionale di Perugia, con 130 opere raccolte da musei diocesani, cappelle, chiese e collezioni private, per celebrare i 100 anni dalla fondazione.

Non perdetevi  un viaggio a Perugia alla Galleria Nazionale, una delle venti in Italia. Situata nel Palazzo dei Priori in centro città, a due passi dal duomo – che conserva un capolavoro come la Deposizione di Federico Barocci, genio purtroppo poco noto -,  è un gioiello. Oggi più che mai.

Celebra infatti i cento anni dalla sua fondazione con 130 opere raccolte da musei diocesani, chiese, cappelle, collezioni private. Una stagione d’arte irripetibile, che va dal Medioevo al Rinascimento. Ed una occasione di rinascita per una regione scossa dal terremoto, che ha prodotto un vistoso calo turistico, anche nella stessa Perugia, non toccata invece dal sisma. Purtroppo, l’informazione mediatica  –  inesatta, a dir poco – l’ha punita, come se la città  fosse stata sottoposta a crolli e macerie.

Perugia vuole rimettersi al centro dell’interesse nazionale, e giustamente. L’Umbria possiede una tale ricchezza d’arte che è doveroso conoscerla e farla conoscere. Per fare un esempio: nella Pinacoteca abbiamo i polittici di Piero della Francesca e del Beato Angelico, la Madonna col bambino di Duccio di Boninsegna, affreschi, i marmi della Fontana di piazza di Arnolfo di Cambio. Una vasta collezione di Perugino, Pintoricchio, Pietro da Cortona… e si potrebbe continuare.

Nella rassegna appena aperta – che durerà fino al 10 giugno – spiccano le opere di soggetto religioso, che formano il 90 per cento della mostra, parecchie delle quali sono state appositamente restaurate (spesa di 100mila euro, assicurano  i curatori). Non deve stupire l’abbondanza delle opere esposte: in Umbria, per  un milione di abitanti, ci sono ben 180 musei tra civici ed ecclesiastici, un patrimonio inestimabile.

Sfilano gli autori più noti: Perugino e Pintoricchio, ma anche Gentile da Fabriano – il contatto tra le Marche e l’Umbria è da sempre  costante -, Niccolò di Liberatore detto l’Alunno – un maestro che aspetta di diventare popolare -, Benozzo Gozzoli, Francesco Francia, Arnolfo di Cambio. Ma poi ci sono i maestri anonimi del secolo XIV, e quelli poco noti come Antonio da Fabriano che dipinge un Crocifisso così dolce da commuovere, i codici miniati splendenti di colore, i reliquiari e le vesti liturgiche damascate e dorate, i pastorali  in avorio intagliato, i gonfaloni come quello di Benedetto Bonfigli con la Madonna della misericordia, le croci astili, le tovaglie, le ceramiche, i cassoni dipinti.

Insomma, tutta una civiltà, che la passione e la collaborazione fra Pinacoteca, Regione, Comune e Chiesa ha reso possibile, dopo la grande rassegna del lontano 1907. Il catalogo edito da Silvana Editoriale, di prossima uscita, sarà un documento insostituibile di questo evento che, una volta tanto, non è retorico definire “storico”.

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