Turchia sotto attacco
La morte di un magistrato, Mehmet Selim Kiraz, che indagava su Berkim Elvan, quindicenne ucciso negli incidenti per Gezi Park; false allerte alla bomba in aerei della Turkish Airlines; una manifestazione solitaria nella sede di Istanbul del partito di Erdogan; un attacco kamikaze contro una sede della polizia, sempre ad Istanbul, in cui è risultata morta una donna "imbottita" di esplosivo, mentre il suo complice è stato catturato…
Che succede a Istanbul? Che succede nel Paese della mezza luna? E' certamente presto per dare una risposta. Certamente il Paese non vive un momento facile, sia politicamente che religiosamente, con tanti fronti aperti che sono tutti potenzialmente esplosivi. C'è l'eterno problema curdo, c'è la vicinanza con i campi di battaglia dell'Isis. C'è la questione armena, ancora non chiusa. C'è la contestazione interna dei giovani di Gezi Park. C'è il tentativo del presidente alle prossime elezioni di raggiungere i 2/3 dei voti e così modificare la costituzione in senso radicalmente presidenzialista. C'è una presenza dell'esercito, tradizionalmente laico e anti-religioso, che non cessa di avere la sua influenza. C'è il conflitto religioso tra il presidente Erdogan e il leader sufi Fetullah Gulen, di cui a lungo era stato seguace. C'è una presenza fortissima della massoneria negli ingranaggi dello Stato e dell'economia. Senza dimenticare la stretta giudiziaria che è stata imposta alla stampa, con decine di giornalisti incarcerati. Il raffreddamento dei rapporti con la Nato non è da poco…
E si potrebbe continuare. Per tutti questi motivi è opportuno "sospendere il giudizio" e aspettare le conclusioni delle indagini in corso. E gli eventuali "assestamenti" politici e militari. Le zone d'ombra ad Ankara e Istanbul sono numerose e profonde. La Turchia è un Paese di estrema importanza, raccordo tra Europa e mondo musulmano. Tutti hanno interesse alla sua stabilità. Ma tala stabilità ha bisogno innanzitutto di un equilibrio interno.