Turchia al voto nell’incertezza

Preoccupazione per i colleghi incarcerati e per l’avvenire di una società ricca di storia e potenzialità. Ce la farà il presidente a tirar fuori dalla manica l’asso pigliatutto?
Ortakoy Istanbul Turchia © Michele Zanzucchi 2005

Domenica si vota a Istanbul, Ankara e in tutta la Turchia. La chiave del voto è questa volta molto semplice da trovare: riuscirà il presidente Erdoğan a governare da solo e a modificare la costituzione in direzione di una maggiore forza politica e amministrativa conferita alla presidenza? O, al contrario, riuscirà un’opposizione spesso e volentieri segmentata a recuperare l’unità necessaria per sconfiggere il presidente che, dopo il padre della patria Atatürk, ha riscosso il maggior numero di consensi nel Paese? Corollario: riuscirà il partito curdo Hdp, votato anche da tanti non curdi, a ripetere l’exploit delle ultime elezioni, quando superò la più alta soglia di sbarramento che esista in un Paese mediterraneo, il 10 per cento?

 

Nel frattempo, dopo aver usato nelle scorse settimane la classica strategia della tensione, l’apparato statale nelle mani di Erdoğan ha usato ancora la strategia del bavaglio, alla stampa ovviamente, diretta principalmente contro Hizmet, la galassia del leader sufi in esilio Fetullah Gülen, che nei media si concentra su alcune tv e diversi giornali del gruppo Koza-Ipek. Si calcolano in una sessantina i giornalisti del gruppo incarcerati negli ultimi mesi e molti di più quelli a cui è vietato esercitare la propria professione. Fa sempre impressione vedere gruppi anti-sommossa dinanzi alle redazioni… La scena sta diventando “normale” in Turchia.

 

Al di là delle indiscutibili forzature e delle intollerabili violenze, il futuro della Turchia passa per un voto in cui la maggioranza favorevole al presidente Erdoğan (maggioranza relativa o assoluta lo si vedrà, ma pur sempre maggioranza), concentrata soprattutto in ambiente rurale, potrà esprimere il proprio mix di religiosità e kemalismo, di Corano e di califfato che Erdoğan ha saputo costruire all’ascolto degli umori della popolazione. Anche questa volta bisognerà chiedersi perché poco più o poco meno del 50 per cento dei turchi vota per Recep Tayyip…

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