Tuffi, Marconi non conquista il podio

Delude la prestazione dell'atleta azzurra ai Mondiali di nuoto di Barcellona, in Spagna. Un errore commesso nell'ultimo tuffo ha pregiudicato le sue precedenti, brillanti, esecuzioni
Maria Marconi

Un’occasione sprecata, hanno detto e scritto tutti. E del resto, difficile definire diversamente la gara di Maria Marconi dal trampolino dei tre metri ai Mondiali di Barcellona. Quattro tuffi magistrali (da cinese o quasi), con la medaglia d’argento a portata di mano, resi insignificanti da quella quarta, maledetta prova. Doppio salto mortale e mezzo indietro carpiato: rotazione indietro, spalle all’acqua, un tuffo «rognoso» – come l’ha definito Tania Cagnotto -, ma senza dubbio nelle corde dell’atleta romana. Per restare al secondo posto, si capirà poi a fine gara, sarebbe bastata una cinquantina di punti. Ovvero, quel tuffo Maria lo avrebbe potuto sbagliare, ma non così “tragicamente” come invece è successo, perché i 36 punti decretati dai giudici l’hanno – di fatto – tolta da un podio che avrebbe ampiamente meritato.

Ma i tuffi, si sa, sono così: basta un solo errore per pregiudicare un’intera gara. E Maria, purtroppo, lo sa forse meglio di chiunque altra: quarta a un tuffo dal termine della semifinale da un metro (all’ultimo atto si qualificano 12 atlete), sbaglia completamente l’ultima prova, totalizzando la miseria di sette punti e 80 centesimi e dando addio ai sogni di gloria, sogni – anche qui – da medaglia. Un Mondiale sfortunato, non c’è che dire, per un’atleta cresciuta nell’ombra (anche se è di quasi un anno più grande) della plurititolata, pluridecorata e pluricelebrata Tania Cagnotto. E quel quattro, numero che agli sportivi non può piacere (numero da “medaglia di legno”), continua a perseguitare Maria: quarto, il tuffo sbagliato dai tre metri; quarta, la sua posizione di classifica in semifinale da un metro prima del “disastro”; quarto, il piazzamento nel metro ai Mondiali di Shanghai 2011, quando fu proprio la Cagnotto – terza – a tirarla giù da un podio che, a livello mondiale, la Marconi non ha mai raggiunto.

Ma se è giusto celebrare Tania, capace di conquistare due medaglie d’argento (più un quarto posto) dopo la delusione olimpica e una stagione col freno a mano tirato, è altrettanto giusto non dimenticarsi di Maria e di tutti quegli atleti non da “prima pagina”, ma che in quanto a sacrifici, allenamenti e ore trascorse in piscina o in palestra non sono secondi a nessuno. Sperando che, prima o poi, arrivi quel risultato che vale una carriera.

(Nella foto, Maria Marconi dal trampolino da 1 metro)

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons