Tucum, la tecnologia al servizio dei più poveri

L’impresa sociale A.P.P. Acutis ha sviluppato un’applicazione per contrastare la povertà attraverso le donazioni elettroniche, favorendo la dignità e l’indipendenza di chi ha meno risorse.
GIandonato Salvia, fondatore dell'app Tucum. Foto: Progetto Tucum

L’idea nasce da Giandonato Salvia, un giovane economista originario di Monopoli (Bari), che insieme a suo fratello Pierluca ha fondato un’azienda no profit basata sulla logica dell’economia sospesa. Durante i suoi studi di Economia degli intermediari e dei mercati finanziari, Salvia si era accorto che il sistema economico che prevale attualmente è distorto e, lontano dal risolvere i problemi sociali, aumenta le differenze e le precarietà. Così, ispirato dall’iniziativa del caffè sospeso, si è dato da fare per estendere questo concetto all’intero sistema economico.

I due fratelli hanno costituito la società A.P.P. Acutis, dove l’acronimo “Acuti Pro Pauperibus” – che vuol dire “ingegnosi a favore dei poveri” – e il nome “Acutis” rimandano a Carlo, un giovane appassionato di informatica che durante la sua vita si era impegnato nel servizio agli ultimi, poi beatificato dalla Chiesa. Con questo spirito e seguendo i suoi passi, hanno fatto convergere tecnologia e carità in un’applicazione per smartphone denominata Tucum, che permette agli utenti di fare donazioni dal cellulare in modo sicuro e con semplici passi. Gli aiuti arrivano alle persone beneficiarie attraverso un sistema di redistribuzione coordinato dalle Caritas, i servizi sociali e le associazioni di volontariato che le accompagnano in un cammino di promozione umana.

Ma come funziona questo modello di economia sospesa? Orientata verso il bene comune e ancorata sui valori del dono, della gratuità e del prendersi cura dell’altro, l’app è uno strumento che mette in relazione i donatori, gli enti aderenti al progetto e i beneficiari. Grazie a un primo passaggio di individuazione e identificazione, le famiglie più bisognose ricevono una tessera contactless con un credito a loro disposizione con cui possono non solo fare la spesa, ma anche usufruire di tutti i beni necessari come acquistare medicinali in farmacia, andare dal parrucchiere o comprare occhiali da vista. Più locali aderiscono più ampio è il ventaglio di possibilità a cui possono avere accesso.

I partecipanti alla Via Lucis 2022 arrivano
alla comunità dei Missionari Comboniani,
la congregazione che li ha accolti a Padova. Foto: Progetto Tucum

In questa logica di condivisione che mette al centro lo sviluppo umano integrale, i negozianti si impegnano, inoltre, a fare uno sconto agli intestatari delle tessere sui loro prodotti o servizi. Una modalità che garantisce l’inclusività socioeconomica di tutti i cittadini, e che vede i più poveri della società attori del cambiamento, dato che anche i beneficiari degli aiuti versano un contributo di due euro al mese, diventando così donatori per altri e mantenendo attiva la ruota della solidarietà. «La pedagogia che usiamo è quella di dire: “Tu non sei uno scarto, e il tuo piccolo contributo aiuta gli altri; prenditene cura”», spiega Giandonato. Con questo sistema monitorato che favorisce un’economia di prossimità, gli ideatori del progetto intendono offrire a chi non ha grandi capacità economiche più opzioni oltre quella di un semplice panino donato per strada, promuovendo per loro e con loro l’apertura di nuove vie di sviluppo.

Il terzo pilastro di Tucum è la fede. Da un lato, l’app, mette in pratica il Vangelo rendendo tangibile e attuale la moltiplicazione dei pani e dei pesci; dall’altro, agisce secondo la logica di Cristo: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40), vedendo dietro ad ogni volto Gesù abbandonato. Con questa convinzione in cuore e con il desiderio non solo di indicare una strada ai fratelli più bisognosi, ma di essere loro prossimo, Giandonato è partito per un pellegrinaggio itinerante nelle città metropolitane del Paese, che in Italia sono 14, proprio come le stazioni della Via Crucis. Ha avviato così un cammino di luce attraverso varie stazioni ferroviarie per portare ai poveri il messaggio di Gesù risorto, la Via Lucis.

La prima volta lo ha fatto da solo, ma ogni anno che passa sono più numerosi i giovani che aderiscono a questo viaggio di speranza per accostarsi agli emarginati della società con un messaggio di amore, quello del Vangelo. Tra i punti di forza di questo percorso di preghiera incarnata ci sono l’appuntamento quotidiano con il rosario, l’adorazione eucaristica e la celebrazione dell’Eucaristia. In più, oltre ai pellegrini e alle congregazioni che li accolgono, ci sono degli invitati d’onore, ovvero i santi della porta accanto: altri giovani che come noi sono passati dalle stazioni ferroviarie e hanno abitato le città, con la caratteristica di aver speso la loro vita lasciando, pur nella semplicità e nella quotidianità, una traccia di santità.

I pellegrini della Via Lucis 2022 nella loro tappa a Ravenna hanno condiviso parte del viaggio con la congregazione di San Giuseppe – Giuseppini del Murialdo. Foto: Progetto Tucum

Questa chiamata personale a mettersi al servizio con la propria presenza, l’ascolto e le proprie capacità è in piena sintonia con l’invito che papa Francesco ha fatto ai giovani affinché abbiano il coraggio di impegnarsi nella costruzione di una nuova società, attraverso lo sviluppo di un modello economico che dia «un’anima all’economia di domani» e che si prenda cura delle persone e della casa comune. Infatti, il santo padre ha voluto scrivere la prefazione del libro Luce in abbondanza (San Paolo Edizioni), che raccoglie l’esperienza della Via Lucis. Per Giandonato Salvia, autore del libro, «la carità è permettere alla società di essere trasformata dai sogni, da persone che si impegnano».

E il suo sogno di donare e donarsi nella gratuità, anche attraverso gli strumenti digitali, l’ha spinto in alto, portandolo a incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da cui ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica italiana «per il suo contributo nella promozione di un uso sociale delle nuove tecnologie». «Con la premiazione si è aperta una via. Con strumenti funzionali come Tucum, abbiamo nelle nostre mani la capacità di trasformare non solo il futuro, ma anche il presente dell’umanità», conclude il giovane changemaker.

Giandonato Salvia riceve dal presidente Mattarella l’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica italiana. Roma, 29 novembre 2021. Foto: Paolo Giandotti/Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica
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