Tu da che parte stai?
Sono passati 19 anni da quando don Ciotti con Libera ha iniziato a celebrare il 21 marzo la Giornata della memoria e dell'impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. E mentre Libera con altri cittadini e associazioni si sono sempre resi parti attive per celebrare fedelmente questa memoria, i tempi delle istituzioni – al solito – non hanno tenuto il passo con la storia. Purtroppo anche in Sicilia, che quanto a vittime innocenti di mafia non si lascia vincere da nessuno.
Finalmente lo scorso mese di febbraio l’amministrazione comunale di Catania ha aderito a questa importante ricorrenza con un’apposita delibera di Giunta. Così ora Catania è la prima città della regione (o forse d’Italia?) che ha proclamato il 21 marzo Giornata cittadina della memoria e dell'impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie.Già altre città della provincia hanno seguito l’esempio e ci auguriamo che molte altre facciano altrettanto.
Il risultato della manifestazione, con molte centinaia di partecipanti, è andato oltre ogni aspettativa. L’approfondito lavoro fatto nei mesi scorsi in alcune scuole di ogni ordine e grado, la sensibilizzazione degli amministratori, il coinvolgimento di numerose associazioni ha prodotto una manifestazione affollata e rumorosa che si è snodata nelle vie del centro fermandosi in alcuni luoghi molto significativi per leggere le centinaia di nomi delle vittime di mafia.
La prima tappa è stata nel grande chiostro del rettorato dell’Università, dove si è sottolineata l’importanza dello studio e della cultura per comprendere (e per uscire) dai sistemi mafiosi, e «perché sappiamo da che parte stare».
Poi dinanzi al palazzo del Comune, in piazza Duomo, e infine nell’ampio cortile del palazzo Platamone, sede dell’assessorato alla Cultura. Qui tutte le personalità politiche e istituzionali sono state invitate a vivere da cittadini, mettendosi in fila con gli studenti per leggere anche loro, come gli altri, i nomi di alcune vittime di mafia in quell’incredibile elenco che sembra non finire mai. E dopo nessun discorso né proclami né parole di condanna o di elogio. Ma solo una presenza importante al pari di quella dei bambini che hanno studiato la vita (e la morte) delle persone a cui sono dedicate le loro scuole o le strade della città: Serafino Famà, Giuseppe Fava, Alfredo Agosta, Beppe Montana e molti altri.
La conclusione è stata affidata alle accorate e incoraggianti parole di Chiara Barone di Addiopizzo. Lei ha evitato di rivolgersi alle Autorità presenti – scusandosi con loro per la preferenza accordata in questa circostanza a bambini e ragazzi, ai quali ha detto il senso del suo impegno: «Cosa facciamo? Noi seminiamo, semplicemente. E questo lo possiamo fare tutti. Non chiediamo di fare grandi battaglie antimafia, ma di condividere con noi, con Libera e con tutte le altre associazioni, questo impegno. L’impegno che dobbiamo avere è quello per la solidarietà, per dare piccole occasioni e opportunità a chi non ha nulla, perché quello che è successo alle persone che abbiamo ricordato, potrebbe succedere anche a noi».
Davvero una giornata importante per coltivare quei semi di legalità fondamentali nelle nostre città ancora troppo sacrificate ai poteri mafiosi.