Tsipras vende 14 aeroporti ai tedeschi
Il governo greco li ha ceduti alla Fraport. Nel frattempo, si allontana la prospettiva di elezioni in settembre. Il realismo della politica greca e la fiducia della gente nel primo ministro. Dalla nostra corrispondente
Sembra che il primo ministro Tsipras stia riconsiderando la sua recentissima decisione di sottoporre al Parlamento il voto di fiducia sul governo. E ciò per alcune valide ragioni: primo, l’accordo europeo deve essere finalizzato e approvato dai diversi parlamenti europei; secondo, è necessario che la prima tranche di aiuti arrivi effettivamente; terzo, eventuali elezioni in settembre, annullerebbero nei fatti lo scopo stesso di una proposta di fiducia. Inoltre, dato che il primo controllo sull'attuazione del del programma è fissato per ottobre, sarebbe prematuro e inutile procedere con nuove elezioni.
Tutto questo porterebbe a credere che le elezioni si svolgeranno tra fine ottobre e inizio novembre, come inizialmente previsto. Come ha dichiarato l’eurodeputato Dimitris Papadimoulis (Syriza), si tratta di una questione di priorità: innanzi tutto la firma dell’accordo, poi il pagamento della prima tranche di aiuti, infine l’avvio dell’attuazione del programma. Secondo lui, è molto importante che il governo cominci a presentare dei risultati concreti in settori come la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, la semplificazione della burocrazia, ma anche sugli investimenti e il sostegno ai cittadini più deboli. Ma ciò necessita di stabilità politica e una questione di fiducia ora andrebbe contro queste priorità, perché probabilmente finirebbe con la convocazione di elezioni anticipate: anche il Pasok, in effetti, nel frattempo ha dichiarato che in tal caso non voterebbe la fiducia.
Questa instabilità politica, anche se ancora a livello di dichiarazioni, provoca inquietudine sia all’interno che all’esterno del Paese. L’Economist Intelligence Unit sostiene in effetti che il pericolo di una Grexit non è ancora passato, perché è difficile per un governo di sinistra di attuare l’accordo. Sulla stessa lunghezza d’onda si trovano molti partner europei, anche se ciò non appare giustificato, o almeno può esserlo fino a un certo punto: la svolta del premier verso il realismo politico, il fatto che oggi il governo abbia approvato la vendita di 14 aeroporti alla tedesca Fraport – è la prima privatizzazione del primo governo di sinistra – indicano che la sostenibilità del programma è possibile. La più importante indicazione, però, è che la gente continua a fidarsi di Tsipras e a considerarlo capitale politico anche se sta capendo che le promesse fatte dal premier non saranno mantenute. Si tratta di una svolta anche del popolo verso un “nuovo realismo” oppure semplicemente della mancanza di fiducia nell’opposizione che ha portato il Paese in queste condizioni?
In ogni caso, sembra che Tsipras sia l’unico politico che potrebbe introdurre le riforme non attuate da tanti anni, a condizione che non faccia marcia indietro. Per quanto riguarda la spaccatura nel suo partito, anche se, per il momento nessuno è disposto di assumersi la responsabilità di un eventuale ”divorzio”, le cose prima o poi si chiariranno, in un modo o nell'altro. È vero che Tsipras si trova in una situazione difficile da gestire, ma è pure vero che la ristrutturazione del debito pubblico greco gli darebbe una mano per introdurre anche da noi un’ efficiente ed efficace gestione della cosa pubblica.