Tsipras chiede “l’ultimo sacrificio”

La settimana scorsa è stata importante per il governo greco, impegnato nella quadratura del cerchio di un Paese stremato ma obbligato ad ulteriori tagli
Tsipras

Settimana di fuoco sia nel Parlamento che nelle strade dove 20 mila persone sotto la guida dei vari sindacati dal settore pubblico e del settore privato hanno manifestato contro la legge sulle nuove misure di austerità che è stata votata solo con 153 voti della maggioranza, visto che tutta l’opposizione ha votato contro.

Tsipras ha chiesto a tutti, soprattutto ai suoi deputati, un “ultimo sacrificio”, promettendo contromisure sociali, l’alleggerimento del debito pubblico, il ritorno ai mercati dei titoli di Stato e la fine dei programmi di salvataggio. Tsipras ha giocato tutte le sue carte anche se ha fatto fatica a convincere non solo l’opposizione, ma nemmeno tanti suoi deputati, che tuttavia hanno votato i provvedimenti. Le ragioni paiono precise: prima di tutto, le contromisure sociali saranno attuate dopo il 2018 e a condizione che il Paese rispetti gli obiettivi di bilancio, e riesca a ottenere alti avanzi primari, più del 3,5%, il che non appare realistico in nessun Paese europeo, tantomeno in un Paese come la Grecia, stremato dalla recessione.

Ma anche se questo fosse possibile, le contromisure sociali non sarebbero di pari importo con le misure di austerità imposte al Paese. Per esempio, i pensionati sono ormai alla disperazione completa, visto che viene richiesta la 23a riduzione delle loro pensioni. La tassazione aumenta anche per chi ha entrate di appena 400-500 euro e un gran numero di nuove tasse viene imposto su beni e servizi. Inoltre, ci sono dubbi sulla costituzionalità della legislazione fin qui attuata, che il governo però non ha preso in considerazione, nonostante l’opinione della Commissione scientifica del parlamento.

Tsipras spera che la seconda valutazione del programma di salvataggio sarà completata (per il momento si tratta solo di un’intesa raggiunta a livello tecnico tra il governo e le istituzioni europee) in modo da sbloccare la tranche di 7,4 miliardi di euro e che, finalmente, all’Eurogruppo del 22 Maggio ci sarà una decisione sull’alleggerimento del debito pubblico e sull’ inclusione del Paese nel piano quantitative easing della Banca centrale europea. Però la maggior parte degli analisti crede che ci sia ancora una lunga strada da percorrere specialmente sull’alleggerimento del debito, visto che il Fondo monetario internazionale e la Germania ancora non si sono messi d’accordo e che il problema non sarà risolto prima delle elezioni tedesche.

Tre gruppi politici del parlamento europeo, la Sinistra europea, i socialisti e i verdi hanno chiesto al ministro delle Finanze tedesco di adottare un approccio razionale e costruttivo per quanto riguarda il debito pubblico ellenico. Nello stesso tempo hanno chiesto dal governo greco di realizzare le riforme perché, ovviamente, il voto del parlamento greco non garantisce la realizzazione delle riforme.

Intanto cresce la fuga dei giovani all’estero, mentre, secondo una ricerca dell’Icap People Solutions, ormai anche scienziati di più di 40 anni scelgono di lasciare il Paese con le loro famiglie. Non si sa come si potrà ricominciare a crescere avendo tanta parte del potenziale umano ellenico qualificato all’estero, con risparmi quasi ridotti a zero, senza investimenti e con il consumo in constante calo.

 

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